Il turismo di prossimità che piace agli italiani

In viaggio alla scoperta di borghi con i loro patrimoni. La vacanza degli italiani all'insegna del made in Italy

Nell’estate del Covid due italiani su tre hanno deciso di mettersi in viaggio alla scoperta dei borghi e del loro patrimonio di prodotti e tradizioni meno conosciuti. É un panorama inedito che esalta il protagonismo dei centri minori, spinto dagli effetti della pandemia che ha portato ad una valorizzazione del turismo di prossimità. Questo è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dell’indagine Notosondaggi.

L’imbarazzo della scelta per gli italiani

Il 70% dei comuni italiani ha meno di 5 mila abitanti e quasi 5,5 mila di questi piccoli centri, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, danno i natali al 92% delle produzioni tipiche nazionali della tavola. Un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

Il significato delle strutture agrituristiche

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri, rileva la Coldiretti, è soprattutto la rete delle 24 mila strutture agrituristiche con 253 mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. “Forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.

Proprio per questo il 56% degli italiani, secondo la Coldiretti, ritiene che l’agriturismo sia una risorsa importante per il rilancio della vacanza Made in Italy colpita dal calo di presenze per l’emergenza coronavirus.
“Mai come quest’anno la vacanza nei piccoli borghi – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria”.

Il successo dell’Abruzzo

Il boom di prenotazioni, in controtendenza alla crisi che ha colpito molte città d’arte, riguarda l’Abruzzo. Qui bellezze naturali, itinerari per il trekking e la bici lungo percorsi consentono di ammirare anche borghi e monumenti.
Le terre abruzzesi sono l’ideale per una vacanza all’aria aperta, tra sport e relax. Bisogna ripartire dalle tradizioni per ripensare la prossima promozione turistica e sviluppare le destinazioni. Lo dicono chiaramente i dati elaborati da Isnart -Unioncamere per l’Osservatorio sul Turismo della Regione Abruzzo (Otra), presentati in conferenza stampa dall’assessore regionale al Turismo Mauro Febbo insieme al presidente dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart) Roberto Di Vincenzo.

L’identikit del turista

Nella cosiddetta ”estate del Covid’, l’Abruzzo sta presentando “una delle migliori performance tra le regioni italiane”: saranno circa 740 mila gli italiani che visiteranno l’Abruzzo, il 15% in più rispetto al 2019, provenienti principalmente da Lazio, Piemonte, lo stesso Abruzzo e Lombardia.
L’identikit del turista: il 40% ha più di 50 anni, i giovani con meno di 25 anni sono solo l’1% del totale. Si tratta soprattutto di coppie (44%) e famiglie con bambini molto piccoli (17%); nel 12% dei casi di gruppi di amici.
Quanto all’ospitalità, l’Abruzzo può contare su circa 3 mila strutture ricettive ufficiali e oltre 100mila abitazioni. La quota media annua di flussi turistici assorbita dalle strutture alberghiere è del 60%, quella delle abitazioni è il 24%, che in estate raggiunge il 40%.

Quanto dura la vacanza?

Il tempo di permanenza è superiore alla settimana: quasi metà dei turisti si ferma per un periodo fra 7 e 13 notti, quest’anno la media stimata è di 8 notti. Il fenomeno delle micro vacanze riguarda il 18% dei turisti, soprattutto i più giovani.
Il mare è al centro delle attività durante il soggiorno in Abruzzo per 6 turisti su 10. Il 25% dichiara di aver effettuato escursioni in aree di valenza naturalistica.

All’interesse culturale si preferisce il relax

Gli interessi culturali non compaiono tra le motivazioni esplicite di vacanza in Abruzzo, ma una volta sul posto la visita dei centri storici è piuttosto diffusa, insieme a visita di musei, mostre e monumenti. Sempre più apprezzata la vacanza attiva: trekking, camminate in montagna, ciclismo su strada, mountain bike, sci in inverno.

La soddisfazione dei turisti

Al termine della vacanza risulta molto soddisfatto l’86% dei turisti, percentuale tra le più alte d’Italia, soprattutto per cortesia e ospitalità della popolazione locale (91%); particolarmente elevato l’apprezzamento per ristorazione, qualità di cibo e bevande, accoglienza, anche in termini di costi. Giudizi più severi emergono sull’organizzazione del territorio, in termini di collegamenti e disponibilità di orari; l’offerta culturale viene giudicata particolarmente deludente e si concentra qui la quota maggiore di turisti ”poco soddisfatti”. “Sono tutti dati dai quali partire per sviluppare le destinazioni turistiche” commenta Di Vincenzo per il quale questo è un “momento strategico” per programmare con l’obiettivo di dare risposte alle esigenze emerse.