Tasmania, l’isola che restituisce i diavoli all’Australia

L'associazione AussieArk al lavoro per reintrodurre sul territorio australiano una specie che manca da 3 mila anni. Eppure fondamentale per l'equilibrio dell'ecosistema

Animale iconico, vero e proprio simbolo dell’isola da cui prende il nome ma, un tempo, parte integrante dell’ecosistema di un territorio ancora più grande. Non è solo un cartone animato, per quanto divertente, a raccontare le vicende del diavolo della Tasmania. Una storia che, se nell’isola del Mar di Tasman è proseguita fino a oggi, con 20 mila esemplari circa allo stato selvatico, quella impiantata sul territorio australiano si è interrotta ormai 3 mila anni fa. Del resto, la vita di questo piccolo ma feroce marsupiale non è stata semplicissima. Specie da quando la specie ha sofferto di una particolare forma di cancro facciale, letale per questo animale. Una patologia altamente trasmissibile da un esemplare all’altro, che ha di fatto decimato i diavoli della Tasmania, senza tuttavia portare la loro presenza a livelli estremamente critici. Per il momento.

Il ritorno dei diavoli

Venticinquemila esemplari rimasti, tutti in Tasmania, dopo l’esplosione dell’epidemia facciale che li ha coinvolti. Un’ulteriore durissima prova alla quale il piccolo mammifero è stato sottoposto, al termine di un percorso storico che lo ha visto sparire, ormai millenni orsono, dalla parte continentale dell’Oceania. Forse, anzi, probabilmente vittima dell’azione dell’uomo, che ha tolto dalla circolazione la fauna endemica del territorio, privando i diavoli della Tasmania della loro principale fonte di sostentamento. Dettagli oggetto di studio, comunque essenziali per quella che, di fatto, sarà un’impresa storica: reintrodurre il marsupiale in Australia. In natura ovviamente. Riconsegnando una specie della piccola isola alla parte più consistente del continente oceaniano.

Progetto territoriale

Il progetto è curato da AussieArk, organizzazione che si occupa del recupero della specie. E che, per voce del suo presidente Tim Faulkner, ha fatto sapere di aver “lavorato per più di dieci anni per ottenere questo risultato”. Un lavoro che ha già consentito la liberazione di 26  esemplari nel santuario di Barrington Tops, a nord di Sydney. Una presenza, quella dei diavoli, che comporterebbe un’importante cambiamento nell’ecosistema australiano.

La presenza di questi mammiferi, prevalentemente notturni, limiterebbe sostanzialmente l’attitudine di caccia di volpi e gatti durante il buio, mettendo al riparo altre specie notturne come i bandicoot, fondamentali equilibratori del terreno grazie alle loro buche, deterrente naturale contro gli incendi. La speranza è che la reintroduzione dei diavoli della Tasmania porti a un doppio risultato: preservare specie importantissime per la salvaguardia della fragile natura australiana e ottenere un’importante lavoro di spazzini da parte di questi animali. L’intero team scientifico lavora e incrocia le dita.