Tutti i musei racchiusi in un gioco

La cultura arriva anche nei videogiochi, soluzione alternativa alla pandemia e valida per il futuro

Musei videogioco

In tempo la pandemia la cultura diventa videogioco e così, in attesa di poter visitare di persona musei e mostre, si può giocare e imparare al tempo stesso.

I videogiochi più diffusi

La classifica di questi nuovi videogiochi è raccontata su ansa.it che ci dice come il più celebre sia Father and Son per il Mann di Napoli, entrato subito nella classifica dei giochi più scaricati in oltre 100 paesi. C’è poi il premiato Past for Future, sviluppato per il MarTa di Taranto con scorci stupendi della città di oggi e di ieri. O The Medici Game, alla scoperta di Palazzo Pitti a Firenze sulle tracce di un misterioso omicidio. 

La cultura virtuale in attesa che passi la pandemia

Un nuovo modo di far appassionare le nuove generazioni alla cultura anzi, per Fabio Viola, considerato tra i migliori 10 gamification designer al mondo, è un modo per avvicinare due mondi finora distanti: ”Un muro che stiamo buttando giù a picconate”, racconta all’ansa come persino Giuseppe Verdi, tra le sue mani, sia diventato l’eroe di A Life in Music del Regio di Parma, primo videogioco al mondo pubblicato da un teatro d’opera. “L’obbiettivo – dice – è sempre avvicinare il gioco alla componente scientifica del nostro patrimonio e i musei al linguaggio universale del videogioco”. 

“La pandemia – prosegue Viola – ha accelerato alcuni processi che erano già in atto nelle istituzioni culturali. Alcune si sono limitate a digitalizzare esperienze nate per l’analogico, come le visite guidate on line con i direttori. Ma il futuro è oltre. Bisogna lavorare a nuove offerte nate direttamente in digitale”. 

I dati e gli obiettivi dietro il gioco

Se qualcuno pensasse a “roba da ragazzi”, sono i numeri a parlare chiaro. “L’età media di chi acquista videogiochi in Italia è 37 anni – dice ancora Viola – La produzione è ancora fortemente maschile, ma il 40-45% di chi gioca è donna“. Quanto ai risultati, “Father and Son del Mann ha avuto 4,5 milioni di download: realizzato in 10 lingue, si può giocare da casa, ma se vieni al Museo a Napoli l’app sblocca nuovi contenuti aggiuntivi. Risultato: un milione di nuovi visitatori in tre anni. A life in music del Teatro Regio – prosegue – ha contato 360 mila download, quando in un anno gli spettatori della stagione sono alcune decine di migliaia. 

I musei del futuro

Viola spiega ancora all’Ansa come saranno, secondo lui, i musei del futuro: “Si lavorerà molto più per temi e storie, attraversando forme e linguaggi – prosegue – Si potranno trovare l’uno accanto all’altro una scultura, un libro, un film, un videogioco. Superati i supporti tradizionali, le mostre si visiteranno senza percorsi forzati. Il fruitore sarà molto più attivo. Si passerà dallo storytelling di oggi, in cui qualcuno crea un contenuto e il pubblico lo percepisce passivamente, allo storydoing, in cui avremo tutti una parte nella costruzione del racconto. Grande ruolo avranno poi i nuovi assistenti vocali: dal gioco alla visita, si interagirà a voce, garantendo più accessibilità anche agli ipovedenti”.