Freddo record in Veneto: -39,6 gradi alla dolina di Campoluzzo

Prosegue l'ondata di freddo polare anche in Alto Adige. Inoltre, raffiche di Bora fino a quasi 100 km orari a Trieste

La dolina di Campoluzzo, sull’altopiano di Asiago

Prosegue l’ondata di freddo in Veneto, con temperature che scendono ben al di sotto dello zero nelle località montane, raggiungendo il record di -39,6 gradi alla dolina di Campoluzzo, luogo sperduto sull’Altopiano di Asiago (Vicenza) a 1.768 metri sul livello del mare dove è presente un punto di rilevamento dell’Arpav, ma che presenta un particolare microclima.

Tra i paesi, i valori più significativi sono stati misurati ad Asiago (-19.3), Santo Stefano di Cadore (-18.8) e Feltre (-11.5). Tra le località normalmente più fredde della regione, le minime hanno toccato -22.2 gradi in Val Visdende, a Passo Cimabanche (-21.6), in Pian Cansiglio(-23.5) e nella Piana di Marcesina (-25.2).

La dolina di Campoluzzo

La dolina di Campoluzzo è salita agli onori della cronaca nazionale in quanto si tratta della conca più gelida d’Italia. Nel 2018, nella dolina carsica a 1768 metri di altitudine, si erano toccati i 40 gradi sotto zero.

In questi anni si stanno studiando le escursioni termiche che dominano la dolina. “Si tratta di buchi nella montagna, in cui in assenza di vento in pochi metri si concentra una grande quantità di aria fredda – ha dichiarato Marco Monai meteorologo sulle pagine del Corriere della Sera –. Si tratta di una condizione anomala, di norma l’aria fredda sale in alto, qui invece è pesante e si accumula nel fondo della dolina, ma basta un po’ di vento a rimescolarla e a fare risalire la temperatura anche a 25 gradi sopra lo zero”.

Prosegue l’ondata di freddo in Alto Adige

Prosegue l’ondata di freddo polare anche in Alto Adige. La minima della scorsa notte a Lasa in val Venosta è stata di -24 gradi e a Gargazzone vicino Merano di -16 gradi. Come spiega il meteorologo provinciale Dieter Peterlin su Ansa, non si tratta di valori record, ma comunque dell’ondata di freddo più significativa degli ultimi anni.

Una delle cause è infatti la neve. Anche la prossima notte sarà ancora particolarmente fredda, poi le temperature riprenderanno lentamente a risalire con l’arrivo delle nuvole e del favonio (detto anche Föhn, in tedesco) un vento caldo e secco che può presentarsi, in differenti configurazioni bariche, su entrambi i lati della catena alpina e di quella appenninica.

Maltempo: a Trieste le raffiche di bora sfiorano i 100 km/h

Il maltempo non risparmia il resto del Nord Italia. Raffiche di Bora fino a quasi 100 km orari sono state registrate nelle ultime ore a Trieste. Questa mattina il vento continua a soffiare a una velocità media di 60-70 km orari, ma, secondo le previsioni dell’Osmer Arpa Fvg, già nel pomeriggio tenderà ad attenuarsi.

A causa dell’ondata di maltempo sono stati una decina gli interventi portati a termine da ieri dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Trieste per la messa in sicurezza, tra gli altri, di infissi pericolanti e coperture.