Alla scoperta di Rasiglia, la “Venezia dell’Umbria” – Video

Un borgo dalle caratteristiche medievali, incastonato negli Appenini umbri: ecco perché è così particolare

Un piccolo borgo, incastonato tra gli Appennini umbri, capace di meravigliare. Ci troviamo a Rasiglia, frazione montana del comune di Foligno, in provincia di Perugia. Il paese che conserva caratteristiche tipiche di un borgo medievale, è celebre per le sue sorgenti. Corsi d’acqua, ruscelli, mulini, si alternano ad abitazioni, ponti e stradine rendendolo unico e suggestivo.

Video da Perugia Today

Il “borgo dei ruscelli” o la “Venezia dell’Umbria”

Proprio a causa della grande quantità che circonda una cinquantina circa di casette, Rasiglia si è guadagnata il nome di “Borgo dei Ruscelli” o “Venezia dell’Umbria”. Il gorgogliare dei ruscelli e dei piccoli corsi di acqua rende unica l’atmosfera di questa perla italiana, rendendola meta di molti turisti. Le acque del borgo sono alimentate dalla sorgente di Capavena, situata nella parte alta del Paese, ai piedi del palazzo dei Trinci, signori di Foligno tra il 1305 e il 1439. Si tratta di un borgo molto antico, i primi documenti che ne testimoniano l’esistenza, risalgono agli inizi del XIII secolo.

Il Santuario della Madonna delle Grazie

A circa un chilometro da Rasiglia è possibile visitare il Santuario della Madonna delle Grazie, situato a Terminara, confine fra le diocesi di Foligno e di Spoleto. La fondazione del santuario risale al 15 agosto 1450 ad opera di mons. Antonio Bolognini, vescovo di Foligno, a seguito del ritrovamento di una statua della Madonna in terracotta, inginocchiata in adorazione del Bambino.

Il Castello di Rasiglia

Nel piccolo borgo, è possibile visitare anche i resti del Castello dei Trinci, restaurati tra la fine degli anni Novanta e il 2006. Come riporta il sito mondimedievali.net, il “castrum roccha Rasilie” fu costruito, ma secondo alcuni ricercatori solo restaurato, dai Trinci, signori di Foligno, tra il quattordicesimo ed il quindicesimo secolo. Era anch’esso un edificio ad uso militare, come i suoi omologhi sparsi nella zona (Colfiorito, Annifo, Roccafranca, Verchiano e Capodacqua). Il castello dei Trinci disponeva al tempo di un’organizzazione consolidata con tanto di castellani stipendiati e soldati di guardia. In un documento del 1421, conosciuto come il “liber officium tempore Corradi Trinci”, redatto dal notaro Rampeschi, il castello di Rasìglia sembra essere più grande rispetto all’attuale estensione.