Scuola e università, lontani da un ruolo primario

Dopo il terremoto di questi giorni delle dimissioni del Ministro Fioramonti, ecco che immediatamente al governo alla Pubblica Istruzione si trova una soluzione: anzi se ne trovano due. Insomma il presidente del Consiglio, con un colpo di scena, riporta il calendario indietro di tanti anni e separa di nuovo il dipartimento dell’Universià e ricerca dalla scuola, trovando due ministri dall’interno del sistema: Lucia Azzolina, già sottosegretaria all'Istruzione e dirigente scolastica e Gaetano Manfredi a capo della Crui – la conferenza dei rettori delle università – e rettore della Federico II di Napoli. Tutto bene? Certamente bene, per la rapida soluzione trovata, per aver ridato centralità all'università con un proprio dicastero, per le persone competenti individuate. Di per sé, per i tempi che corrono, sembra una buona cosa; ma siamo lontanissimi dall’aver creato almeno le condizioni di base per dare a scuola ed università il ruolo primario che meritano. Infatti per scuola ed università non ce ne un disegno e ne risorse adatte per la rivoluzione che al proprio interno dovrebbe affrontare: non sono disponibili nemmeno i proverbiali “fichi secchi”, tanto lontani siamo dall’idea dell'indispensabilità di istruzione e formazione, per affrontare l sfide del mercato globale e rivoluzione digitale.