Le forzature dei fautori della Brexit

Continuano gli scontri nelle istituzioni del Regno Unito a causa della Brexit che oramai si sta rivelando una vera maledizione per gli inglesi. Ma la incresciosa situazione in cui si trovano, lo si deve alle grandi forzature fatte da non pochi politici che hanno soffiato sui carboni ardenti dello scontento rispetto al funzionamento dell'Unione europea, alle frustrazioni provocate da nuovi protagonismi di nuove potenze che oscurano il retaggio imperiale britannico, dalle spinte palesi degli Stati Uniti a uscire senza se e senza ma dalla Ue. Va ricordato che il referendum convocato appositamente per consultare i cittadini sulla Brexit, diede un risultato praticamente pari tra favorevoli e contrari, e questo dato doveva già suggerire al governo una maggiore cautela. Ma al contrario, proprio quando nella pubblica opinione le convinzioni a favore dell’Europa stavano cambiando in quanto la consapevolezza della posta in gioco diventava più chiara, ecco che prima Theresa May, ora Boris Johnson, ambedue del Partito Conservatore, hanno reso sempre più impossibile una gestione politica pacata ed equilibrata sul problema. Fatto sta che prima May che ha dovuto dimettersi da primo ministro, ora Johnson, che sta grandemente rischiando la stessa fine, hanno avuto grandi incomprensioni con gli oppositori, ma anche con i propri compagni di partito. Questa esperienza inglese che io spero produca il loro ritorno in Europa, dimostra ancora una volta che le forzature sul soffiare sui carboni ardenti delle contraddizioni, non porta mai bene. Meditate gente.