L'Amazzonia muore

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Continuano le polemiche sugli incendi della foresta amazzonica, il più grande polmone per la terra, da decenni sottoposta a eventi che la indeboliscono, ultimo in questo mese con un incendio che sta devastando un'area che corrisponde alla grandezza della Lombardia e Veneto, messi insieme. Molti si sono offerti nel dare aiuti: da personalità dello spettacolo, come il noto attore del cinema Leonardo Di Caprio, con ben 5 milioni di dollari, e come in questi ultimi giorni il G7, l’organismo che raggruppa il primo anello dei Paesi più potenti del mondo, con 20 milioni di dollari. Ma il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro, sulla offerta del G7,  ha affermato di non gradire aiuti, da chi dovrebbe fare ben altro per le emissioni dannose per l’equilibrio dannoso all’ambiente su scala mondiale. La verità le queste affermazioni del Presidente del Brasile mostrano le grandi difficoltà che ha con una rande parte della la opinione pubblica che intanto continua a protestare contro le politiche che ultimamente avrebbero provocato il disastro ambientale interno, mai avuto in quella Nazione. E pensare che Bolsonaro è stato eletto alla presidenza solo dieci mesi fa, tra polemiche e forzature contro il suo avversario Lula, e la sua popolarità già si è ridotta al lumicino è il suo credito internazionale e del tutto inesistente. Certamente molto parte della impopolarità riguarderebbero gli intrighi venuti fuori sulle vicende di Lula. Comunque non è piaciuto il suo sostanziale rifiuto verso i grandi paesi, e neanche la pretestuosa polemica contro il Presidente Francese Macron (ed anche contro la consorte) , reo di aver osato  un appello per salvaguardare la foresta brasiliana. Della serie, qui comando io, qui è casa mia.