L'Italia non ha un buon amministratore di condominio

In una inchiesta sulla graduatoria europea di chi paga più tasse, la nota giornalista Milena Gabanelli ci pone in cima alla graduatoria dei tartassati insieme alla Francia: gli italiani con il 59,1% mentre i francesi con il 60,7%. Però i nostri cugini d'oltralpe hanno uno stato funzionante con servizi ineccepibili, ma almeno i servizi funzionano. Da noi, gli stessi lasciano molto a desiderare e non pochi di essi, oltre ai denari per il fisco, spesso si acquistano dai privati perché la loro inefficienza spesso è imbarazzante.

Vi ricordate quando si parlava della Svezia come il paese più tassato d’Europa, ma con servizi ineccepibili e generosi? Ebbene, gli svedesi sono solo a 49,1%, cioè dieci punti in meno di noi, mentre i servizi sono rimasti efficientissimi. Cosa è successo? È accaduto che pressoché tutti i governi, concludendo la loro fisiologica esistenza, ci hanno salutato con un carico maggiore di tasse, perché per guadagnare consenso hanno regalato ora a questo ora a quello i denari di tutti i contribuenti. E lo hanno fatto pur avendo un debito altissimo in costante crescita e anche in costanza di un sistema paese che perde competitività e conseguentemente fette di mercato internazionale: dunque minori entrate per l’erario pubblico.

Chiunque di voi sarebbe disposto a consentire al proprio amministratore di condominio di aumentare le spese condominiali, riducendo le pulizie, diminuendo il riscaldamento, riducendo le ore di servizio del portierato, di non provvedere più alle manutenzioni? Sono sicuro che l’amministratore che si comporta così, minimo viene licenziato in tronco. Con i governi secondo me i criteri di valutazione , non potrebbero che essere gli stessi, ma non è così. Ebbene, la politica, sarà banale, ha lo stesso identico compito di un amministratore di condominio; solo che in scala è molto più grande. A quando il trionfo della banalità?