Dura lex, sed lex

Continuano le proteste in Catalogna per le sentenze decise dalla corte suprema spagnola ai danni  dei leader catalani che avevano tempo fa, nell’autunno del 2017,  proclamato la indipendenza della loro regione in modo plateale, dopo il referendum indetto che per il Governo centrale di Madrid, era e resta illegale. Tra l’altro, migliaia e migliaia di manifestanti si sono recati anche all’aereoporto di Barcellona creando uno scompiglio che ha procurato il fermo almeno di un centinaio di voli. Ora i manifestanti hanno annunciato che la protesta continuerà anche a Madrid, dove mercoledì prossimo si sono dati appuntamento alla famosa Puerta del Sol, situata nel centro della capitale. Comunque, nulla di nuovo sotto il sole di Spagna. Sono secoli che il potere centrale spagnolo si scontra per la rivendicazione dell’autonomia della Catalogna. Ma va detto che ormai Barcellona vive in regime di grande autonomia e non si comprendono francamente le richieste di indipendenza totale, anche in considerazione della presenza della Spagna nella Unione Europea che vede anche i separatisti riconoscervisi. Tuttavia la sentenza della suprema corte spagnola sembra esagerata con pene comminate da 9 a 13 anni, che francamente risultano pene eccessive. A ben vedere non ci sono state violenze di nessuna natura (almeno da parte dei catalani) durante tutta crisi, e il buon senso avrebbe indicato molta più comprensione. D’altronde si sa: costruire miti e martiri non serve a chi dovrebbe mantenere unità una Nazione. Ma Madrid ha voluto mostrare il pugno di ferro ed applicare il senso e l’invito attribuito a Socrate di applicare la legge anche quando risulta dura da applicare: dura lex, sed lex.