C'è un'emergenza che riguarda i bambini del Terzo millennio: non hanno manualità. Difficilmente hanno modo di esercitarsi nel confezionare cappelli o barchette di carta, aquiloni, fionde, archi, monopattini e carrozzelle, come ad esempio, soprattutto in campagna, facevano i loro papà e nonni. Bene che vada, si esercitano nei ‘Lego’; tuttavia, se è un gioco che comunque impegna la loro manualità nell'esecuzione, al contrario dei vecchi giocattoli fai da te, è priva di progettazione. Invece decenni fa i bambini dovevano avere molta fantasia nel scegliere il giocattolo che volevano. Ad esempio, lo dovevano progettare e poi eseguire, scegliendo e utilizzando tra mille peripezie i materiali vari, per poi procedere nella costruzione. Operazioni, insomma, che rafforzavano nei bambini inventiva e praticità. Inoltre, controllando e gestendo l’intero processo della costruzione del giocattolo, le capacità cognitive e quelle di praticità si sviluppavano grandemente. Credo che i genitori e la scuola debba porsi questi problemi e trovare soluzioni con programmi adatti allo scopo. Personalmente, sono stato sempre molto interessato a che si potesse tramandare racconti e capacità di progettazione e di manualità di giocattoli fai da te ai bambini di questo tempo, e per questa ragione ho iniziato a scrivere un libro dove racconto come costruivo i miei giocattoli, nella speranza di ricordare alle persone adulte esperienze dimenticate, e catturare la curiosità dei nostri bambini. Chissà, che nei loro desideri si faccia breccia quello di confezionarsi qualche lippa, qualche aquilone, piuttosto che qualche carrozzella.
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