Contro la violenza serve la mitezza ghandiana

Matteo Salvini definisce nazisti rossi coloro che hanno aggredito il sindaco leghista di Massa Carrara; ha ragione a definirli tali. Il capo della Lega ce l’ha con i centri sociali che non da oggi, in contesti territoriali che li proteggono, si spingono a compiere aggressioni e fanno violenza contro i loro avversari. Io stesso sono stato per un lungo tempo loro vittima: irrompevano ovunque fossi a tenere conferenze pubbliche, sfasciavano le sedi della Cisl, addirittura a Torino hanno tentato di darmi fuoco con bengala scagliati contro di me. Sì, sono fascisti, e sono di fatto incitati a fare violenza contro gli avversari dalle campagne d’odio che sovente, nel nostro Paese, parte della sinistra asseconda. Dunque, Salvini ha ragione da vendere, ma anche lui deve darsi una regolata. Il linguaggio sregolato che utilizza nelle polemiche contro i propri avversari, potenzialmente può aizzare fascistoidi, giovinastri razzisti e comunque persone violente. Spero che, di fronte al grave atto commesso ai danni del sindaco di Massa Carrara, lui stesso si converta alla mitezza. Ad esempio, lo vedrei bene nelle vesti di un seguace di Ghandi e così combattere la violenza di ogni tipo. Probabilmente anch’io, se diventasse un mite, potrei essere un suo seguace.