Cavalli e asini

Sono reduce da una convention aziendale, di una società per azioni che seguo da qualche anno. Hanno partecipato all’appuntamento circa 300 quadri di ogni parte d’Italia, e l’incontro è stato regolato in modo tale da mescolare lavoro e svago: musica di alto valore che ha alternato relazioni sulla condizione del mercato, della applicazione di nuove tecnologie digitali alle attività, work shop e seminari da programmare, marketing e politiche per il personale. L’andamento dei lavori non è stato noioso, e probabilmente le prestigiose relazioni sulle tematiche su descritte, proprio per la modalità utilizzata, è risultata agevole e piacevole. Ma quello che mi ha colpito di più, facendo il raffronto con gli anni passati, è la crescita di identità aziendale, avvenuta di pari passo alla crescita del clima di amicizia tra tutti i soggetti coinvolti nella azienda, che proporzionalmente ha aumentato la produttività e prosperità dell'impresa. Credo che il clima di amicizia e di rispetto verso chiunque, dal massimo dirigente in giù, faccia la vera differenza. Infatti se c’è amicizia e rispetto, c’è cooperazione e si può così giungere a grandi risultati collettivi e personali. Dove i rapporti sono compromessi, alligna il personalismo, la competizione malata da rapporti di sudditanza verso chi è in alto e di disprezzo della dignità di coloro che sono in basso nella gerarchia. Ecco perché come si dice dalle mie parti, facendo la differenza tra ambienti positivi o negativi: “nei luoghi buoni, gli asini migliorano e diventano cavalli, ma in quelli negativi i cavalli possono diventare asini”.