Universitaria fuori sede: “Vi racconto la quarantena dopo la quarantena” – Video

La storia a Interris.it di Tiziana Latela, studentessa universitaria fuori sede a Milano

“La quarantena dopo la quarantena” con queste parole inizia il racconto ad Interris.it di Tiziana Latela , studentessa universitaria fuori sede. Quando scoppia l’epidemia da Coronavirus, lei si trova in uno dei focolai più esplosivi: Milano. Dopo due mesi, torna nella sua Matera dove ricomincia la quarantena in attesa del tampone.

“Ora sono a casa mia a Matera, in isolamento. Attendo speranzosa il tampone per poter tornare ad abbracciare la mia famiglia, ma già essere qui per me significa tanto dopo i due mesi passati in quarantena a Milano. E’ lì che frequento le lezioni all’università. Sono una dei tanti studenti fuori sede. Milano è una città molto attiva e averla vista colpita così duramente dal Coronavirus è stato sconvolgente. Mi ricordo la sera del 7 marzo, un sabato, ero sui navigli a cena con una mia cara amica. Il centro della città era animato e vivace come sempre durante il weekend. Mentre mangiavamo, iniziamo a ricevere una serie di messaggi il cui contenuto ci ha lasciate basite: ‘La Lombardia sta per chiudere’. Insomma, il famigerato lockdown era alle porte. Quindi, sono andata dall’altra parte della città per raggiungere il mio coinquilino. Abbiamo deciso di farci una camminata di più di un’ora verso casa. Durante quegli attimi abbiamo entrambi preso la decisione di rimanere a Milano e, lungo il tragitto, ci siamo immaginati questa grande city scossa silenziosamente da un nemico invisibile. I nostri compagni di casa sono invece tornati a casa. Come sarebbe cambiata Milano, come saremmo cambiati noi?”

La quarantena

L’isolamento a casa è stato particolare. Da una parte, certamente, la distanza dalla famiglia ha avuto dei risvolti molto spiacevoli se contestualizzati all’interno di un’emergenza come questa. Dall’altra, però, è stato un momento anche molto creativo. Con il mio compagno di casa abbiamo cucinato, ascoltato tanta musica, quindi cantato e ballato, e soprattutto abbiamo dipinto. In quarantena ho festeggiato anche il mio compleanno, per il quale, in realtà, avevo organizzato già da tempo una piccola festa che sono stata costretta ad annullare. Ma in ogni caso mi ritengo fortunata, grazie ad una video chiamata abbiamo creato una bella atmosfera con amici e parenti. Abbiamo scoperto che si può festeggiare anche a distanza”.

Milano si ferma

Milano è stata sferzata dal Covid-19, quest’ultimo ha pian piano bloccato gli ingranaggi veloci della città più all’avanguardia d’Italia. Una città che siamo stati abituati a vedere sempre in movimento e che d’un tratto ha dovuto rallentare forzatamente. Una frenata brusca, scossa purtroppo da molte morti. Ho avuto paura. Soprattutto quando, per fare la spesa, bisognava raggiungere il supermercato. Li ci attendeva una lunga fila, e se anche le persone indossavano la mascherina il timore di essere in una situazione a rischio mi agitava enormemente”.

Nessuno parla degli univesritari

“E’ stato molto difficile perché la distanza dagli affetti più cari si è fatta sentire. Inoltre, questo stato di malessere è stato in qualche modo acuito dall’incertezza. Sì, perché nell’ambito universitario non abbiamo mai avuto un feedback esplicativo che ci tranquillizzasse. Aspettavamo il successivo decreto e, quando questo arrivava, ci accorgevamo che nessuno parlava di noi. E questa condizione rimane invariata anche ora: gli studenti universitari sembrano non avere voce. Ci sarebbe dovuta essere più attenzione su questo tema, prendere delle misure sugli affitti, sulle lezioni online, sulla mobilità. In generale sul futuro degli studenti universitari, alcuni dei quali si immaginano anche in altre regioni o addirittura in altri Paesi per specializzarsi. A loro con cosa si risponde?”

Il ritorno a casa

“Quando ho saputo che il 4 maggio sarei potuta scendere dalla mia famiglia ho fatto i salti di gioia. Due mesi lunghi e difficili. Sono perciò partita il 5 maggio sera con un pullman. Ho impiegato 12 ore ad arrivare. La mattina alle 9 e mezza ero nella mia Matera. Una volta a casa, mi sono messa in isolamento e da allora attendo con ansia il tampone. Stare a casa mi ha tranquillizzato, ora anche riflettere sulla pandemia e sui suoi effetti è diverso. Spero, però, di tornare presto a Milano, nella mia università. Mi auguro che in tempi brevi si possa tornare a vivere tutti insieme”.