L’allarme di un settore che rischia l’estinzione. Sos per 1500 traduttori

Appello al governo per la salvaguardia di una professione fragile: "Compensi adeguati e proporzionati. Partecipazione ai proventi. Trasparenza sulle copie vendute. Istituzione di un fondo di 5 milioni di euro. Finalizzato al sostegno dei traduttori, della qualità del loro lavoro e del libro"

Rischiano il posto 1500 traduttori (85% donne). Per scongiurare un impoverimento culturale della società, appello al governo. Con richieste precise E cioè compensi adeguati e proporzionati. Partecipazione ai proventi. Trasparenza sulle copie vendute. Istituzione di un fondo di 5 milioni di euro. Finalizzato al sostegno dei traduttori, della qualità del loro lavoro e del libro. Tradurre libri, mestiere fragile tra basse retribuzioni e nessuna tutela. Alla fiera “Più Libri Più Liberi” il grido d’allarme all’esecutivo e il Manifesto degli autori. “Il nostro mestiere, già sottopagato, privo di inquadramento, di tutele sociali e previdenziali, rischia di sparire. Se non verranno attivate le misure necessarie a salvaguardare la dignità e sostenibilità di questa fragile professione” spiegano i traduttori.traduttori

Appello dei traduttori

Strade (Sindacato dei traduttori editoriali) si mobilita insieme ad altre associazioni di autori. Chiede contratti in regola con le nuove norme sul copyright. E appunto compensi adeguati e proporzionati e trasparenza sulle copie vendute. La funzione dei traduttori è indispensabile per la crescita culturale globale. Tra anni fa, per la prima volta, la National Book Foundation ha indetto il National Book Award for Translated Literature. Un premio dedicato alle opere in traduzione. Secondo le intenzioni del comitato, il premio ha contribuito a celebrare la grande letteratura in traduzione (e i traduttori). E ha dato anche un nuovo stimolo agli appassionati Usa di letteratura per continuare a leggere opere tradotte. Valorizzando la traduzione come genere letterario.traduttori

Professione indispensabile

Laura Vergnaud ha dedicato un saggio a questa professione. Intitolato “Translation, in Sickness and in Health”. Lei stessa traduce in inglese autori come, tra gli altri, Mohand Fellag, Joy Sorman, Marie-Monique Robin. Ahmed Bouanani e Scholastique Mukasonga. “La traduzione è una professione singolare- spiega Laura Vergnaud-. Si deve cogliere la voce di un autore che scrive in una determinata lingua e trasportarla in un’altra. Non lasciando che una debole traccia del trasferimento. Sebbene gli sia risparmiata l’angoscia del blocco dello scrittore, il traduttore deve comunque confrontarsi con la pagina bianca. E  riempirla. Il timore è quello di essere troppo immersi nel testo di partenza. Di attenersi in modo eccessivamente stretto alla lingua originale. Tanto che la prosa che ne scaturisce risulti affettata e goffa. O peggio ancora, illeggibile.traduttori

Immersione totale

Eppure l’immersione totale è inevitabile. Anzi, è necessaria. “Come il ghost-writer, anche il traduttore deve infilarsi in una seconda pelle- evidenzia Laura Vergnaud-. A volte questa transizione è delicata, discreta, priva di violenza. Altre invece l’insediamento è brusco, rumoroso e perfino sgradevole. Le strategie di ‘immersione totale’ vanno oltre le semplici tecniche di traduzione. E possono essere d’aiuto. Ossia riuscire a estrapolare i riferimenti (libri, film, musica) per ricostruire i modelli culturali dell’autore. Leggere dei passi ad alta voce. Prima in originale e poi in traduzione“.traduttori

Difesa

La mobilitazione di Strade (Sindacato dei traduttori editoriali) si articola in sinergia con AI (Autori di Immagini). AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti). ANITI (Associazione Nazionale Italiana Traduttori e Interpreti). E ICWA (Associazione Italiana Scrittori Ragazzi). E’ stata inviata una lettera ai componenti delle Commissioni Cultura e Lavoro di Camera e Senato, Nonché ai relativi ministri. Con un appello per migliorare le condizioni in cui operano le figure autorali rappresentate (illustratori, fumettisti, scrittori, traduttori). A questa lettera è seguita la pubblicazione di un manifesto, redatto da Strade, AI e ICWA. Per sensibilizzare il governo sulla necessità di attivare misure strutturali a sostegno di un settore in grande sofferenza. Il documento è stato presentato in anteprima alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che si è svolta alla Nuvola di Roma.

Manifesto

Il Manifesto pone l’accento sui rapporti contrattuali con gli editori. L’inquadramento giuridico, fiscale e previdenziale. E, in generale, il riconoscimento economico della categoria autori. In particolare, i traduttori editoriali percepiscono compensi fra i più bassi d’Europa (in media, tra i 15 e i 18mila euro lordi l’anno). Hanno redditi “patchwork”, perché di sola traduzione è quasi impossibile vivere. E lavorano in condizioni di precariato, per di più a cottimo, modalità incompatibile con l’attività creativa. Circa 1500 professionisti, di cui l’85% donne. Un pezzo decisivo, ma opaco e frammentato, della produzione libraria. Definiti a tutti gli effetti autori dalla legge 633/41, i traduttori editoriali chiedono innanzitutto il rispetto delle norme di legge. E in particolare delle novità introdotte dal recepimento della direttiva europea sul copyright. Il primo punto del loro manifesto evidenzia la necessità di compensi basati non solo sulla quantità di pagine prodotte. Ma anche su una partecipazione ai proventi derivanti dallo sfruttamento commerciale dell’opera. Che preveda il riconoscimento di un anticipo e di una percentuale minima e progressiva sul numero delle copie vendute. Chiedono inoltre il rispetto dell’obbligo di rendicontazione e l’introduzione, nelle prassi contrattuali, di meccanismi di adeguamento e del diritto di revoca.

Ordinamento

I traduttori segnalano infine che, senza la tempestiva attuazione di procedure stragiudiziali di risoluzione delle controversie – la cui istituzione, prevista per legge, non è ancora avvenuta –, tutti i miglioramenti introdotti nell’ordinamento italiano rischiano di restare lettera morta. E per questo hanno scritto al presidente di Agcom (l’autorità competente in materia). Il manifesto evidenzia e ribadisce anche la necessità di attivare, in linea con i migliori esempi europei, un fondo strutturale di circa 5 milioni di euro. Destinato a finanziare la traduzione di opere di alto valore culturale (non necessariamente sinonimo di successo commerciale). E  di iniziative per la formazione continua dei traduttori.

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