Tavoletta (Acli Terra): “La Pac declina le tre funzioni fondamentali del mondo rurale”

L'intervista di Interris.it al presidente nazionale di Acli Terra sulla Pac 2023 - 2027

© Archivio Acli Terra

Secondo i dati Eurostat il settore agricolo contribuisce al Pil dell’Unione Europea con quasi 172 miliardi di euro, l’equivalente dell’1,3% del totale, mentre invece l’agroindustria ha creato un valore aggiunto lordo stimato di 177 miliardi di euro.

La Politica Agricola Comune

Tra le misure che l’Unione Europea attua per sostenere l’agricoltura dei paesi membri, si annovera la Politica Agricola Comune – Pac – che, tra le sue finalità, ha quella di sottolineare e incentivare la centralità del comparto agricolo per uno sviluppo stabile ed equo degli stati dell’Ue. Interris.it, rispetto alle finalità e agli orizzonti della nuova Pac 2023 – 2027, ha intervistato il presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta.

Il presidente nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta (© Archivio Acli Terra)

L’intervista

Che cosa rappresenta la Pac per il comparto agricolo italiano ed europeo?

“Dal 1962 ad oggi sono trascorsi oltre sessant’anni dal varo della Politica Agricola Comune, che aveva il principio di unire la società moderna all’agricoltura e l’Europa ai suoi agricoltori. Il volume economico della stessa nel bilancio europeo nel tempo oscillava e oscilla intorno al 40%. Una delle motivazioni era dovuta anche alla bassa redditività del mestiere di agricoltore rispetto agli altri e dalla necessità della funzione nell’equilibrio del sostentamento sociale. Oggi la Pac declina le tre funzioni fondamentali del mondo rurale: quella della produzione alimentare, della tutela ambientale e dell’equilibrio sociale nei territori. È uno strumento che ha contribuito e sta contribuendo ad unire gli europei, anche nella competizione. Acli Terra nasce arando gli stessi tre solchi sui quali seminiamo con la Pac.”

Quali sono i tratti salienti della Pac 2023-2027?

“La Pac 2023 – 2027 punta molto sulla questione ambientale e sulla riduzione della filiera dal produttore al consumatore. I risultati e le prestazioni sono parametri ancora più incisivi nelle tre sfere: quella economica, quella sociale e quella ambientale. In particolare, queste sono articolate in dieci obiettivi specifici e le valutazioni sono legate alle performance ancora di più rispetto al passato. È una PAC che si focalizza molto sulla questione ambientale, ma anche sull’equità della distribuzione delle risorse. A tal proposito, devono essere bravi i singoli stati nella definizione dei piani strategici nazionali.”

In che modo, secondo Acli Terra, la Pac dovrebbe essere rafforzata o modificata? Qual è il vostro impegno su questo versante?

“Ci saranno 35 miliardi per i nostri agricoltori, purtroppo però, i tempi di scrittura della stessa, sono antecedenti alla attuale crisi energetica e dovremmo fare di più nei piani nazionali in merito. Su questo argomento stiamo lavorando. Anche noi di Acli Terra cerchiamo di contribuire sostenendo qualche soluzione nella collaborazione che offriamo al ministro Lollobrigida. Certamente l’attenzione alla redditività e ad un equilibrio sociale esprime una delle motivazioni storiche della PAC e interpreta ancora meglio lo stato attuale. Siamo attenti alle nuove e più forti misure sul biologico, volendole seguire con particolare impegno. Vogliamo poi declinare la parte dedicata alla legalità dei rapporti lavorativi con la giusta efficacia e condivisione, un ulteriore passo in avanti contro il caporalato. Inoltre, Acli Terra si impegna, nell’affiancare gli agricoltori e contemporaneamente le regioni per snellire ancora di più i passaggi burocratici.”