Winners Cup, lo sport contro il cancro

calcio

Foto di Markus Spiske su Unsplash

La pratica dello sport come emblema della rinascita post-cancro. Si è svolta la quinta edizione del torneo Winners Cup, organizzato da Inter con BPER e insieme a CSI Milano, AIEOP e Fondazione Bianca Garavaglia. Una “due giorni” dedicata a ragazze e ragazzi in cura per malattie onco-ematologiche, in cui il gioco del calcio diventa strumento attivo di aggregazione. Dalla prima edizione nel 2017, la Winners Cup ha raccolto nel tempo la partecipazione di oltre mille giovani malati di tumore. Si moltiplicano così di volta in volta le testimonianze di vita importanti di questi ragazzi che si mettono in gioco ogni giorno. Trovando nello sport una motivazione fondamentale e un ambiente caloroso. Attraverso questa iniziativa, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia e del CONI, l’Inter si è proposta anche per il 2024 come supporto e portavoce del lavoro svolto dalle oncologie pediatriche. Promuovendo il ruolo del gioco del calcio come strumento di incontro e di festa per ragazze e ragazzi segnati da un’esperienza di vita così dura. “La Winners Cup – spiega l’oncologo pediatra Andrea Ferrari, ideatore del torneo e coordinatore del gruppo AIEOP dedicato agli adolescenti – è un’occasione di festa, una giornata di sport. Ma soprattutto un momento di incontro e racconto, in cui ragazzi malati che provengono da tutta Europa si trovano a condividere le loro storie. Per noi professionisti che ci occupiamo di oncologia il torneo è anche una preziosissima opportunità per attirare l’attenzione di tutti sul fatto che gli adolescenti sono pazienti particolari. In un’età di mezzo tra l’oncologia pediatrica e quella dell’adulto. E per questo a volte curati non nel modo ottimale. Pazienti che necessitano di centri e progetti dedicati, pensati per loro”.

Foto di National Cancer Institute su Unsplash

Sport solidale

FC Internazionale Milano, quindi, è scesa di nuovo in campo per la quinta edizione della Winners Cup. Il torneo di calcio dedicato ai pazienti adolescenti dei reparti di oncologia pediatrica si è svolto presso il Centro Sportivo Sandro Pertini di Cornaredo. Un evento unico, che concentra tutti i suoi sforzi per dimostrare quanto lo sport sia linguaggio universale oltre che azione. E che può rappresentare, nel suo piccolo, il miglior antidoto alla malattia. È stato anche stavolta un programma ricco di eventi quello della due giorni che ha visto impegnate 17 squadre arrivate da tutta Italia. E da sei altri Paesi europei: Germania, Francia, Belgio, Grecia, Olanda e Spagna. I giovani protagonisti sono stati 12 per ognuna delle 16 squadre miste. In totale più di 200 ragazze e ragazzi di età compresa tra 15 e 20 anni. Accomunati dalla passione per lo sport e dall’essere, o essere stati, in cura presso uno dei circa trenta centri di oncologia pediatrica italiani ed europei coinvolti. Subito dopo il torneo i ragazzi sono stati accompagnati allo stadio San Siro di Milano per assistere alla partita Inter-Torino. “Sono particolarmente orgoglioso di questa attività, che rappresenta al meglio la capacità dello sport di unire le persone e di fornire sostegno e grande motivazione”, afferma Javier Zanetti, vicepresidente di FC Internazionale Milano. “È molto importante per l’Inter potersi fare portavoce del meraviglioso lavoro delle associazioni che ogni giorno si impegnano per il futuro di questi ragazzi”.

Foto di Peter Glaser su Unsplash

Inclusione

L’evento è stato organizzato da Inter, grazie alla sinergia con il partner BPER. Nonché dal Centro Sportivo Italiano (CSI) Milano e dal Gruppo di Lavoro Adolescenti dell’AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica). Con il supporto di Fondazione Bianca Garavaglia, ente benefico che sostiene da anni la Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Di FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncologie Pediatriche) e di SIOPE (European Society for Paediatric Oncology). “La Winners Cup è molto più di un semplice torneo di calcio. E’ un simbolo di vicinanza, forza e speranza per questi giovani che stanno affrontando sfide impegnative- osserva Serena Morgagni, responsabile della direzione communication di BPER-. Siamo orgogliosi di sostenere un progetto che celebra lo sport come strumento di aggregazione e inclusione. E che contribuisce attivamente a dare coraggio e motivazione a ragazzi e ragazze nel loro percorso di cura e di vita. Iniziative come questa possono aiutare a fare la differenza e dimostrare il valore e l’importanza dello sport nel costruire una rete di supporto e condivisione, capace di infondere fiducia anche nei momenti più difficili”.

Foto di National Cancer Institute su Unsplash

Percorso virtuoso

“È un grande privilegio per noi essere parte di questo progetto, perché aprire strade apparentemente impossibili nello sport è una delle vocazioni del CSI, così come avere un’attenzione particolare per i giovanissimi”, sostiene Massimo Achini, presidente CSI Milano. “Un torneo per ragazzi e ragazze, che hanno affrontato la diagnosi di tumore e le relative cure durante l’adolescenza, è una cosa davvero unica nel mondo dello sport, un percorso virtuoso che, sostenuto da medici, avvalora e conferma quanto l’attività sportiva sia sinonimo di benessere psicofisico e di approccio positivo alle sfide della vita”. Secondo i dati dell’Osservatorio malattie rare (Omar), ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 1500 nuovi casi di tumore nella fascia d’età 0-14 anni e 800-900 casi tra gli adolescenti di 14-18 anni. Nei bambini fino a 14 anni prevalgono le leucemie, in particolare la leucemia linfoblastica acuta che conta circa 400 diagnosi annue. Negli adolescenti, invece, il tumore più comune è il linfoma di Hodgkin, con circa 150 casi all’anno.  Altri tumori che colpiscono bambini e adolescenti sono quelli cerebrali. Essi rappresentano la categoria più frequente tra i tumori solidi pediatrici. Poi ci sono neoplasie tipiche dell’età pediatrica come il neuroblastoma, e l’epatoblastoma. Negli adolescenti sono caratteristici anche i tumori ossei, in particolare l’osteosarcoma. Alcune di queste forme tumorali pediatriche sono definite rare, perché (a volte anche quando condividono il nome con i tumori dell’adulto) colpiscono meno di 6 persone su 100.000 per anno. In base alla definizione di RARECARE e JARC, Joint action europea dedicata ai tumori rari, adottata dalla Rete Nazionale Tumori Rari.

 

 

 

 

Giacomo Galeazzi: