Il sorriso di Giordano che sconfigge il terremoto

La storia dell’Associazione Insieme a Giordano nelle parole del presidente Massimo Ciarpella

Qualche giorno dopo San Lorenzo, il 24 agosto 2016 il centro Italia viene dilaniato da un terribile terremoto. La terra trema così forte e per così tanto tempo che di alcuni dei borghi più belli della penisola non rimane che un cumulo di macerie. Il sisma coglie la popolazione in piena notte quando tutti sono a casa. Le conseguenze sono disastrose. Le vittime sono 299, tra queste molti bambini. Il terremoto di quel torrido agosto ha steso una coltre di silenzio e morte su Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli in provincia di Rieti. A Pescara del Tronto, Massimo Ciarpella stava passando le vacanze con la sua famiglia: la moglie, i suoceri, i due piccoli figli. La notte del 24: il frastuono, gli strepitii, le mura che crollano, le urla. Massimo perde la suocera e il suo splendido bambino Giordano. Oggi, Insieme a Giordano è un’associazione Onlus che si dedica al sostegno dell’infanzia, alla cura sanitaria dei bambini. “Nei ragazzi che aiutiamo io vedo il sorriso del mio piccolo Giordano”, racconta Massimo, presidente dell’associazione, a Interris.it con voce rotta dalle lacrime ma con la volontà di non arrendersi.

La genesi della sua associazione è purtroppo un tragico evento…
“Il 24 agosto 2016 mi trovavo in vacanza a Pescara del Tronto, una frazione prossima ad Amatrice, con mia moglie, i miei figli Giorgia e Giordano ed i miei suoceri. Alle 3:36, un terribile terremoto ha distrutto tutto. Tutti i paesi vicini ed il nostro: il paese nativo di mia suocera. Non abbiamo avuto modo nemmeno di reagire, di rendercene conto: la casa ci stava crollando sulla testa. Sono riuscito a salvarmi, insieme a mia moglie e a Giorgia abbiamo trovato un pertugio. Nel letto alla stanza di sopra dormivano i miei suoceri con mio figlio Giordano. Intorno tutto buio, io ero madido di sangue perché una pietra mi aveva ferito la testa. Sentivo mio suocero che mi chiamava. Non riuscivo a trovarli. Eravamo soli. I nostri vicini di casa erano sepolti dalle macerie. Poi, ho visto un piede. Siamo riusciti a salvare mio suocero. Ma mia suocera e mio figlio, il mio piccolo Giordano, non ce l’hanno fatta”.

Qual è stata la vostra reazione con il passare del tempo?
“Non è stato facile andare avanti. Io e mia moglie dovevamo reagire per mia figlia Giorgia. Quando succedono queste tragedie ci sono solo due cose da fare: o vivi nella tristezza e nel dolore, oppure cerchi di reagire. Noi lo abbiamo fatto. I primi mesi sono stati devastanti. Anche se il dolore non se ne va mai, a distanza di quattro anni è sempre lo stesso. Poi, con un gruppo di amici ci è venuto in mente di creare un’associazione onlus per aiutare i bambini in ricordo di Giordano”.

Come siete partiti?
“E’ stato un successo immediato. Abbiamo fatto l’inaugurazione a settembre del 2017, in un campo sportivo. Abbiamo organizzato un evento ricreativo per i bambini. Sono arrivate più di mille persone. Il tesseramento per la nostra associazione è di 10 euro. Organizziamo diverse attività che ci permettono di raccogliere dei fondi per aiutare i bambini. In due anni e mezzo di volontariato abbiamo donato oltre 180mila euro”.

Quali sono le attività che svolgete?
“Sosteniamo bambini che hanno serie difficoltà, penso agli handicap fisici e alle malattie gravi. Aiutiamo molte persone che arrivano dal Sud. Cercano una sanità migliore per curare i propri figli. Noi paghiamo loro il soggiorno e le spese mediche. Non sempre lo Stato copre tutto. Faccio un esempio: Alessio è stato il primo bambino a cui abbiamo dato una mano. Lui è tetraplegico. Per lui abbiamo organizzato un evento sportivo con diversi giocatori della Roma e della Lazio. Così abbiamo potuto donargli 7mila euro che gli hanno permesso di sottoporsi ad un’operazione a San Marino”.

In che condizioni sono le famiglie di questi ragazzi?
“La situazione è complessa. Spesso quando hai un figlio o una figlia bisognosi di cure specifiche e molto costose ti ritrovi a estraniarti dal lavoro e da altre attività. Subentra così anche un disagio economico. Noi cerchiamo di intervenire su ogni livello della problematica. Con loro istauriamo un rapporto molto stretto, andiamo a cena fuori e siamo loro vicini”.

Quali sono i progetti per il futuro?
“Durante il Coronavirus abbiamo subito una grande perdita dal punto di vista economico. Abbiamo cercato di rimediare. Vendiamo dei gadget sul nostro sito, seguito da più di 23mila persone. Gli eventi li abbiamo sospesi per non creare assembramenti. Per noi la cosa più importante oltre al sostegno a questi ragazzi è vedere come tante persone si avvicinano alla nostra realtà e cominciano a fare del bene. Poi, quando aiutiamo i bambini e li vediamo sorridere ci piace pensare che quello sia il sorriso di Giordano”.