Vino italiano nel mirino dell'Unione europea?

La Commissione europea ha dato il via libera alla cancellazione dell'obbligo di indicare l'origine delle uve per le bottiglie di Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon e Shiraz. “Quello dell'Europa è l'ennesimo attacco al mercato del vino, che rappresenta un'eccellenza dell'economia e del Made in Veneto. Un settore in forte crescita nella nostra regione che ha visto molti e importanti investimenti da parte dei privati negli ultimi anni”.

Lo sostiene il Capogruppo in Consiglio regionale della Lega Nord, Nicola Finco, che commenta così “il nuovo Regolamento europeo che non obbliga più i produttori a indicare la provenienza dell'uva usata per le bottiglie da tavola”. “La viticoltura rappresenta uno dei fiori all'occhiello della nostra regione – afferma il consigliere regionale – e molti sono gli aiuti e i contributi che abbiamo erogato negli ultimi anni attraverso il Piano di Sviluppo Rurale. Con i suoi 8,5 milioni di ettolitri di vino prodotti, il Veneto rimane in cima alla graduatoria nazionale”. “A contraddistinguere la nostra produzione – ricorda Finco – non è solo la quantità, ma soprattutto la qualità del vino prodotto. Un vino sicuro, controllato in ogni fase di produzione. La novità introdotta dall'Europa dà il via libera a Paesi meno scrupolosi e a vini di dubbia qualità”. “Un colpo basso quindi – conclude Nicola Finco – nei confronti di tutti i produttori onesti che faticosamente portano avanti questa nostra tradizione vinicola”.

Coldiretti parla di decisione “grave”. “In questo modo sarà possibile fare in 'laboratorio' vino italiano – sottolinea Coldiretti – usando vini o mosti provenienti da altri Paesi, come la Spagna, per essere poi venduto specie sui mercati esteri sotto la copertura di simboli e marchi tricolori ma senza alcun legame con i vigneti ed il territorio nazionale“.