Un giorno per riscoprire le radici del bene comune

Una Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato particolare quella di oggi, perché anticipa, di sole poche settimane, il Sinodo speciale dei vescovi su “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale“, che si terrà in Vaticano dal 6 al 27 ottobre e che vedrà il creato e la sua custodia al centro dei lavori. Un tema a cuore del  Pontefice il quale, come mostrato nell'enciclica Laudato sì, propende verso un'ecologia integrale, che punti cioè allo sviluppo “totale dell'uomo all'interno del suo contesto in cui vive”: il creato, appunto. 

Il messaggio di Papa Francesco

Per l'occasione, il Santo Padre ha mandato un messaggio video per presentare le intenzioni di preghiera per tutto il mese di settembre: la protezione dei mari e degli oceani fra i temi più pressanti, “perché i politici, gli scienziati e gli economisti lavorino insieme”. Il Papa ha, altresì, ricordato la preziosità dell'acqua, riflesso della Creazione, intesa come progetto dell'amore di Dio all'umanità”.

Tempo per il bene comune

Da oggi prende il via anche il “Tempo del Creato”, l'iniziativa che – come ricorda il quotidiano Avvenire – è “condivisa dalla Comunione anglicana, dalla Federazione mondiale luterana, dal Consiglio mondiale delle Chiese e dall’Alleanza evangelica mondiale e dalla Chiesa cattolica. Si tratta di un mese di preghiera e di azione per il Creato che terminerà il 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi”.

L'uomo, amministratore del Creato

Ma avere cura del Creato non è inscindibile dalla lotta alle disuguaglianze. Come ha ricordato don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, i due aspetti “sono le basi per intraprendere quella conversione ecologica già promossa da San Giovanni Paolo II”. Don Aldo, da sempre impegnato nel sociale, ha ricordato che “l'uomo, sempre più drammaticamente attratto dall'idolatria dei beni materiali, è colpevole di sprecare energie e talenti in attività dannose e contrarie alla pace, oltre che al rispetto e al bene della collettività; non si rende conto che non è proprietario, ma soltanto amministratore dei beni del Creato e si mostra spesso inetto nella gestione e nella salvaguardia dei doni affidati alla sua custodia”.