Svolta per l'agricoltura sociale italiana

agricoltura

Dall'ortoterapia all'agriasilo, dall'ippoterapia, agli orti per anziani: l'agricoltura come nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati ai soggetti più vulnerabili, costretti a fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. Come riporta l'Ansa, è stato pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale il decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste all'articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull'agricoltura sociale.

Plauso di Coldiretti

“Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane – sottolinea la Coldiretti, nell'esprimere apprezzamento per l'attesa pubblicazione – ci sono migliaia di realtà molto diversificate che dopo una attesa di quattro anni dalla legge avranno finalmente un punto di riferimento per le proprie attività in ambito sociale”. “C'è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) oppure chi si dedica a ortoterapia, ippoterapia e altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità – osserva Coldiretti – ma ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) oppure che puntano allo sviluppo di un'attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani, ecc.)”. “Il Decreto chiarisce finalmente – conclude Coldiretti – che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali il cui reddito da attività agricola debba essere superiore al 30% del totale possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale”