Sud Italia verso l'estinzione?

Il Sud Italia verso un lento ma inesorabile spopolamento. Questa la fotografia scattata dall'Istat oggi, nel giorno della diffusione dello studio “Il futuro demografico del Paese” con le “Previsioni regionali della popolazione residente al 2065”. Le persone del Mezzogiorno – secondo le analisi – si sposteranno verso il Centro-Nord, che accoglierebbe così il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Meridione invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale.

“Le migrazioni interregionali – si legge in una nota – favoriranno ancora il Centro-Nord, ma seguiranno un’evoluzione di leggero declino man mano che le generazioni di giovani e adulti, le più interessate ai movimenti migratori, tenderanno numericamente a ridursi”. Per quanto riguarda il saldo migratorio con l’estero si prevede sia positivo, mediamente pari a 165mila unità annue (144mila l’ultimo rilevato nel 2016), seppure contraddistinto da forte incertezza. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, “il saldo naturale della popolazione risente positivamente delle migrazioni. Sempre nello scenario mediano l’effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,6 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell’intero periodo previsivo”. Secondo le stime dell’Istat, l’età media della popolazione passerà dagli attuali 44,9 a oltre 50 anni nel 2065.

“Considerando che l’intervallo di confidenza finale varia tra 47,9 e 52,7 anni – rileva l’Istituto – il processo di invecchiamento della popolazione è da ritenersi certo e intenso”. “Parte del processo di invecchiamento in divenire – prosegue la nota – è spiegato dal transito delle coorti del baby boom (1961-76) tra la tarda età attiva (39-64 anni) e l’età senile (65 e più)”. E ancora: “Si prevede un picco di invecchiamento che colpirà l’Italia nel 2045-50, quando si riscontrerà una quota di ultrasessantacinquenni vicina al 34%”.