La riqualificazione urbana che si realizza con la cultura

L'intervista di Interris.it a Davide Mazzanti, responsabile di un progetto di inclusione dei minori con fragilità a Genova

© Io vivo qui

L’inclusione delle fragilità e la lettura sono due aspetti di fondamentale importanza per la rigenerazione urbana dei quartieri e la crescita delle nuove generazioni all’insegna della cultura quale fattore unificante.

L’esperienza di Genova

Nel cuore del centro storico di Genova, presso uno spazio abbandonato al quartiere Sestriere della Maddalena, grazie al progetto “Io vivo qui”, coordinato dalla cooperativa sociale “Il laboratorio”, si è dato vita a una serie di attività volte alla riqualificazione del quartiere e al contrasto della povertà educativa, che sfocerà nella creazione di una biblioteca sociale. Interris.it, in merito a questa attività progettuale, ha intervistato Davide Mazzanti, educatore professionale, operatore della cooperativa “Il Laboratorio”, coordinatore del centro di aggregazione “Il Formicaio”, un servizio educativo rivolto ai bambini, nonché dei vari progetti svolti nel quartiere Sestriere della Maddalena di Genova.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Io vivo qui”?

“Il progetto “Io vivo qui” è composto da un’ampia rete di soggetti che lavorano a Genova, in prevalenza nel quartiere de La Maddalena. È stato promosso dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito di un fondo per il contrasto alla povertà educativa. Uno degli obiettivi, perseguito attraverso diverse azioni, è il contrasto alla povertà educativa dei minori. Un aspetto di grande importanza per noi è l’intervento sul quartiere Della Maddalena, una zona del centro storico del capoluogo ligure, attraverso la creazione di una comunità educante che coinvolge diversi soggetti, tra cui le scuole del territorio, le associazioni, ma anche i negozianti e i cittadini, provando a creare energie e relazioni che, in qualche modo, migliorano il contesto sociale del luogo, estremamente complesso e con diverse problematiche. Noi lavoriamo in questa parte del centro storico da trent’anni e cerchiamo di intervenire attraverso azioni educative, di animazione e aggregazione con la finalità di provare a risolvere situazioni complesse e delicate.”

Un aspetto del vostro progetto è la biblioteca del quartiere, di cosa si tratta?

“La biblioteca rappresenta un po’ il centro del nostro progetto ed è un’azione in cui crediamo molto e che, da anni e sempre con molta difficoltà, cerchiamo di realizzare. Ora, grazie a questo progetto, abbiamo le risorse e le competenze dei partner che partecipano al progetto per realizzare il nostro piccolo sogno di una biblioteca per bambini all’interno del centro storico. L’idea è quella di dar vita a uno spazio non soltanto accessibile a tutti dove si possono prendere dei libri e quindi dare valore alla lettura nonché al libro, ma anche creare un luogo per le famiglie e i cittadini dove si possano realizzare diverse attività aggregative e di animazione. L’idea fondamentale è quella che sia un luogo partecipato, in cui tutti prendono parte alla sua creazione. Abbiamo iniziato a fare diverse azioni e interviste ai negozianti, per far si che, i contenuti stessi dell’attività, derivino dai desideri e dai contenuti dei cittadini. L’aspetto successivo è la partecipazione dei bambini alle diverse attività di ricerca e azione, affinché siano loro a progettare gli spazi fisici di quello che sarà il loro luogo. Il prossimo otto ottobre, come ormai da dieci anni a questa parte, abbiamo organizzato nel quartiere Della Maddalena un evento chiamato “La Notte dei Bambini”, all’interno della quale vorremo fare la prima apertura della biblioteca per farla conoscere.”

Quali sono i vostri desideri per lo sviluppo del progetto? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione e educazione?

“Il nostro primo desiderio è l’apertura ufficiale della biblioteca, ci stiamo lavorando da un anno e mezzo e non è semplice. Questo momento sarà il fulcro del progetto in quanto rappresenterà un luogo fisico nel quale le persone potranno incontrarsi e conoscere la nostra idea progettuale. Il nostro auspicio è il coinvolgere il più possibile le persone che vivono il quartiere, perché crediamo che, solo partendo dal basso, si riuscirà a risolvere determinate situazioni e cambiare il contesto sociale. Coinvolgere e intercettare il più possibile i bisogni della popolazione, in particolare dei bambini e delle famiglie, attraverso una sinergia con altri soggetti, è fondamentale per risolverli. La partecipazione è importantissima per la realizzazione del progetto, chi vuole può prendervi parte compiendo piccole azioni o attraverso la diffusione delle attività e degli eventi che stiamo proponendo.”