Rimosso il maximanifesto contro l'aborto

Dopo nemmeno tre giorni, il maxi manifesto ProVita di 7 metri per 11, affisso legalmente nella capitale, è stato brutalmente tolto. Ancora una volta, l’Amministrazione Raggi ha dimostrato di non rispettare la libertà di espressione e di pensiero (diritti garantiti dalla Costituzione) e con il pretesto di affermare che la gigantografia sarebbe una 'violazione dei diritti civili', in realtà si è piegata al 'politicamente corretto' e all’ideologia”. Così l'Associazione ProVita Onlus, dopo la rimozione del maximanifesto di 7 metri per 11 presente da qualche giorno in via Gregorio VII. La gigantografia ritraeva un feto con la scritta “Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito“. La gigantografia dell'Associazione ProVita Onlus contro l'aborto – di cui InTerris ha dato notizia subito dopo l'affissione – aveva suscitato scalpore nel mondo politico.

Sugli scudi la senatrice Pd Monica Cirinnà, che su Twitter sostiene essere “vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello stato e contro il diritto di scelta delle donne”. Critiche anche le sue colleghe di partito consigliere in Campidoglio Michela Di Biase, Valeria Baglio, Ilaria Piccolo e Giulia Tempesta, oltre a Svetlana Celli della Lista Civica #RomaTornaRoma, secondo le quali si tratta di “un messaggio forte e doloroso sulla pelle delle donne”, che “offende la scelta delle donne di abortire, una scelta, sempre sofferta e dolorosa, garantita dalla legge 194 che a maggio compirà 40 anni”.

La risposta dell'Associazione ProVita Onlus non si è fatta attendere. Dall'Associazione è stata giudicata “gravissima” la decisione di strappare un’immagine “per nulla offensiva, che aveva il solo 'torto' di scuotere le coscienze ricordando a Roma, all’Italia e a tutto il mondo che l’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) sopprime un essere vivente”. Per la onlus, “la questione non finisce qui: faremo ricorso amministrativo contro l'ordine ingiusto del Comune e la campagna di ProVita per la difesa dei bambini nel grembo delle mamme e della salute delle donne, contro l'aborto, si intensificherà, in particolare nel mese di maggio… anzi, il bambino di 11 settimane tornerà”, fa sapere il direttivo di ProVita.

Intervenuto anche il senatore della Lega, Simone Pillon. “Forse gli esponenti del Partito Democratico dimenticano le regole della democrazia – prosegue – quando qualcuno esprime idee diverse dalle loro”. Per mercoledì prossimo Pillon ha annunciato in Senato una conferenza stampa insieme all'Associazione ProVita Onlus per rilanciare il diritto dei minori a venire al mondo e per la libertà di pensiero degli attivisti pro-vita.