Rapporto Antigone: cresce il sovraffollamento carcerario, diminuiscono i reati

Cresce la popolazione carceraria e cresce, parallelamente, il tasso di sovraffollamento nelle prigioni italiane. Ma, al contempo, diminuiscono i reati e i suicidi di detenuti. A rivelarlo, l'ultimo rapporto di Antigone intitolato “Torna il carcere”. 

Antigone

Dal 1998 l'Associazione Antigone è autorizzata dal Ministero della Giustizia a visitare gli oltre 200 Istituti penitenziari italiani. Dal 2007 Antigone redige un rapporto annuale sulle condizione di detenzione in Italia. Il 2017 vede la pubblicazione del tredicesimo rapporto. 

Numero di detenuti

Negli ultimi 6 mesi – si legge nel testo – la popolazione detenuta è passata dalle 54.912 presenze del 31 ottobre del 2016 alle 56.436 presenze del 30 aprile 2017, con una crescita di 1.524 detenuti in un semestre. Si tratta di un aumento tutt’altro che trascurabile perché questa tendenza viene consolidata ed appare in progressiva accelerazione. Nel semestre precedente, dal 30 aprile al 31 ottobre del 2016, la crescita era stata infatti di 1.187 detenuti. Se i prossimi anni dovessero vedere una crescita della popolazione detenuta pari a quella registrata negli ultimi sei mesi, alla fine del 2020 saremmo già oltre i 67.000 detenuti, numeri senza precedenti. 

Il sovraffollamento

Cresce di pari passo anche l'affollamento nelle carceri con un tasso, secondo gli ultimi dati riferiti al 31 ottobre scorso, che ha raggiunto il 114,7%. I picchi in Puglia (145%) e Lombardia (135%). I cinque istituti penitenziari più affollati risultano essere: Latina (196,1%), Larino (195,3%), Como (192,6%), Lodi (188,9%) e Grosseto (186,7%).

Il tasso di detenuti stranieri è del 34,3% sull'intera popolazione carceraria. Anche questo, un dato in aumento: passa dal 33,2% della fine del 2015 al 34,1% della fine del 2016. Inoltre, nel mese di ottobre, scrive Antigone, sono stati 60 i bambini con meno di tre anni reclusi con le loro 52 madri nelle carceri italiane.

Reati in diminuzione

Il numero di reati è in controtendenza e diminuisce sensibilmente. Nel 2015 il totale di quelli denunciati è stato pari a 2.687.249, contro i 2.812.936 del 2014. Negli ultimi decenni il calo di alcuni reati è stato enorme: nel 1991 gli omicidi sono stati 1.916, a fronte dei 397 del 2016. Nel giugno del 1991 i detenuti erano però 31.053; vale a dire, più reati ma meno carcerati. Tra il 2014 e il 2015 diminuiscono tutti i reati principali: violenze sessuali (-6,04%), rapine (-10,62%), furti (-6,97%), usura (-7,41%) e omicidi volontari (-15%). 

Lavoro e suicidi

La percentuale di quanti lavorano tra i detenuti è in aumento – rileva ancora il rapporto – erano il 20,9% alla fine del 2010, il 27,6% alla fine del 2015. Così come il numero di coloro che seguono un corso scolastico: erano il 23,1% dei presenti alla fine del 2010, il 34,8% alla fine del 2015.

Infine, un dato conclusivo e drammatico, peraltro in diminuzione. Nel 2010 si sono verificati nelle nostre carceri 8,1 suicidi ogni 10.000 detenuti. Nel 2015 sono stati 7,4.