Ragazzo in carrozzina, cade per una buca e muore

Abbiamo davvero tutti le stesse possibilità? Se nasci con una malattia degenerativa che con il tempo ti porta a vivere in carrozzina, la tua vita non è poi così “normale” anche quando basterebbe poco per renderla migliore. Basterebbe, ad esempio, che la tua città ti offrisse la possibilità di muoverti senza barriere architettoniche. Niccolò lottava per questo, si batteva nella sua università affinché l’edificio potesse essere a portata di tutti, anche di chi come lui non poteva camminare sulle sue gambe. Anche perché il suo diritto allo studio, in teoria, è lo stesso dei suoi coetanei normodotati. Invece Niccolò è caduto dalla carrozzina a causa di una buca e la sera stessa è morto. Un’inchiesta chiarità quanto accaduto.

Chi era Niccolò

Niccolò Bizzarri era un ragazzo di 21 anni, studente di Lettere nell’Università di Firenze. Era disabile, soffriva dalla nascita di una malattia degenerativa, la sindrome di Duchenne, che lo ha costretto, negli ultimi dieci anni, alla carrozzina ma ciò nonostante – racconta chi lo ha conosciuto – non si perdeva d’animo e viveva con passione e determinazione: “Aveva una grande fede e con la sua semplicità era entrato nel cuore di tutti, non si era mai lamentato della sua malattia, ma anzi era un gran lottatore. E grazie alla sua caparbietà, in Facoltà si stava facendo tanto per abbattere le barriere architettoniche” dice di lui un collega di università e caro amico.

Che cosa è accaduto

Ne parliamo al passato perché da lunedì scorso Niccolò non c’è più: è caduto dalla carrozzina a causa di una buca. Il 118 lo ha portato al pronto soccorso dove è stato diagnosticato un trauma cranico. Dopo alcune ore, intorno alle 20.30 Niccolò ha avuto un improvviso peggioramento, forse un problema cardiaco ed è morto.

La procura di Firenze ha aperto un’inchiesta e predisposto l’autopsia per capire meglio le cause del decesso e il sequestro della porzione di selciato in cui è avvenuto l’incidente, anche se la buca sarebbe stata già risistemata. I magistrati dovranno ora ricostruire la dinamica con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza della zona e fare chiarezza sull’avvenuto.