La lezione che arriva dalle Paralimpiadi

Quando la fiamma olimpica si sarà spenta rimarranno problemi e questioni quotidiane che andranno affrontati con politiche sociali ed interventi concreti

E’ stata un’estate ricca di eventi sportivi internazionali che ci hanno riempito il cuore di gioia ed emozioni. Tutti ricorderanno la vittoria della nazionale di calcio agli Europei con la finale vinta ai calci di rigore a Wembley contro i padroni di casa dell’Inghilterra. Poi ci hanno emozionato le medaglie vinte dalla nostra squadra azzurra alle Olimpiadi di Tokyo dove abbiamo scoperto di avere gli atleti più veloci del mondo grazie alla straordinaria impresa di Marcel Jacobs e della staffetta 4X100 maschile.

Ma le emozioni più belle, secondo me, le hanno regalate le ragazze ed i ragazzi delle Paralimpiadi che proprio oggi si chiudono sempre a Tokyo. La manifestazione ha siglato la conferma dell’Organizzazione mondiale del movimento paralimpico, i telespettatori hanno seguito in tutto il mondo le imprese di questi straordinari atleti e per l’Italia è arrivata una pioggia di medaglie da record.

Emoziona pensare che proprio in Italia, con le Olimpiadi di Roma del 1960, è iniziato il movimento paralimpico. Ed emoziona pensare che, a distanza di 61 anni, questa manifestazione abbia preso il volo e che l’Italia sia tra le nazioni più forti e più impegnate in questo settore. Emozionano infine le storie di tutti gli atleti di questa manifestazione. Ci hanno esaltati i successi di Bebe Vio e di tutti i nostri azzurri, ma è tutto il movimento paralimpico che sta imprimendo al mondo una vera e propria rivoluzione culturale.

Lo ha spiegato bene in questi giorni Luca Pancalli, l’infaticabile presidente del Comitato Paralimpico italiano, che insiste sul valore atletico di questi ragazzi e di queste ragazze. E che ha lanciato un appello a non spegnere i riflettori sul tema della disabilità: quando la fiamma olimpica si sarà spenta rimarranno problemi e questioni quotidiane che andranno affrontati con politiche sociali ed interventi concreti senza aspettare che la torcia di Olimpia torni ad ardere nel 2024. E’ un appello che dobbiamo fare nostro e che non dobbiamo dimenticare.