Pakistan, difende i cristiani accusati di blasfemia: minacciato

Proseguono i casi di intolleranza religiosa a scapito dei cristiani in Pakistan. Ne è esempio quanto accaduto alla Ong pakistana di ispirazione cristiana “The Voice”, guidata dall’avvocato cristiano Anneqa Maria Anthony che si occupa di difendere le persone accusate di blasfemia. Il legale è stato minacciato mentre si recava in tribunale nel corso del procedimento giudiziario relativo a  Nabeel Masih. Il giovane cristiano è stato denunciato di blasfemia da alcuni coetanei che lo accusano di aver condiviso su Facebook una foto dispregiativa della moschea della Mecca, luogo sacro all’Islam.

L’incidente è avvenuto in un villaggio nei pressi di Bhai Pheru, nel distretto di Kasur, nella provincia del Punjab. Gli accusatori hanno invocato l’art. 295a del Codice di Procedura penale, che punisce il vilipendio all’islam e Nabeel è così stato arrestato. Una volta raggiunto il tribunale insieme a parenti e legali, una ottantina di persone ha iniziato a inveire contro di lui e la sua famiglia minacciando di morte anche i legali di The Voice. Alcuni avvocati presenti hanno versato benzina sul fuoco dicendo che “non bisognava difendere un criminale blasfemo”  e di voler uccidere Nabeel, “autore di un crimine odioso”, affermando di voler “bruciare tutti gli infedeli della sua famiglia”.

L’avvocato Anthony ha risposto alle accuse dicendo: “Nabeel è innocente: l’accusa a suo carico non è ancora dimostrata. E’ un diritto fondamentale di Nabeel o di qualsiasi altro imputato avere una assistenza legale nel corso di un procedimento giudiziario o chiedere una cauzione. In uno stato di diritto, a ogni imputato sono date le garanzie di legge”. L’Ong afferma però di “non avere agenti di sicurezza per garantire la protezione dei propri membri e della famiglia assistita”.