Nepal, le autorità bandiscono i festeggiamenti per il capodanno: “Motivi di sicurezza”

Non ci saranno festeggiamenti di sorta per le strade di Kathmandu la sera del 31 dicembre, con il ragguardevole numero di 2 mila agenti sparsi per la città allo scopo di garantire l’osservazione del divieto imposto dall’autorità governativa. Niente spettacoli, eventi pubblici e, men che meno, fuochi d’artificio per le vie della capitale nepalese e di altri due distretti limitrofi. Una decisione che ha destato più di qualche perplessità, se non altro per l’assoluta novità che questa costituisce. In Nepal, infatti, il capodanno “all’occidentale” rappresenta una tradizione di lungo corso e, nondimeno, una delle principali attrazioni turistiche nel periodo invernale. Ma tant’è: in nome della sicurezza pubblica, il governo ha bandito le varie celebrazioni e predisposto le opportune misure di vigilanza preventive anche nelle città di Lalitpur e Bhaktapur.

Un provvedimento che giunge all’indomani del ripristino, sia pure con alcune limitazioni, dei festeggiamenti natalizi nel Paese dopo che, nell’aprile scorso, la ricorrenza cristiana era stata persino rimossa dal calendario nazionale. La sua riproposizione era stata salutata con grande entusiasmo dalla minoranza cristiana nepalese, la quale ha trascorso le festività in un clima di assolutamente tranquillità, nella preghiera e nella gioia, tanto che persino le autorità locali avevano preso parte, direttamente o indirettamente, ai festeggiamenti. Una situazione che, invece, si è decisamente capovolta con l’approssimarsi dell’ultimo giorno dell’anno, data nella quale erano previste numerose iniziative in tutto il territorio che, a questo punto, dovranno restare in fase di programmazione.

“Il festeggiamento del capodanno occidentale fa parte della nostra cultura – ha spiegato ad AsiaNews una delle organizzatrici degli eventi -, e da anni e rende le persone felici nel farsi gli auguri. Questo favorisce il mantenimento della solidarietà, del rispetto e della pace sociale”. Il bando dei festeggiamenti ha destato stupore anche fra i cristiani del Paese i quali, come ogni anno, avevano predisposto momenti di spettacolo e di preghiera. Le autorità, dal canto loro, spiegano che la decisione è stata presa allo scopo di scongiurare il rischio di attentati o di disordini che, in caso di assembramenti di persone nelle piazze, potrebbero verificarsi, ma nemmeno questa versione convince pienamente: “Il governo dovrebbe garantire la sicurezza e chiedere a tutti di rimanere nei ranghi – ha spiegato una artista locale -. Non è giustificato bandire ogni programma pubblico in nome del pericolo di piccoli incidenti. Il Nepal possiede una diversità culturale e religiosa e queste feste servono per rafforzare la tolleranza reciproca”.