Nel 2018 uccisi 94 giornalisti

Il 2 novembre è la Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti e l’Unione europea, per voce dell’Alto rappresentante Federica Mogherini, rende “omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita e hanno subito attacchi nell’esercizio della loro libertà di espressione online e offline” e rinnova il sostegno a “tutti coloro che hanno il coraggio di parlare”.

Il rapporto

Nel 2018, 94 giornalisti e personale dei media sono stati uccisi in incidenti sul lavoro, centinaia sono stati sottoposti ad arresto o detenzione arbitrari senza essere mai stati processati in tribunale, scrive Mogherini in una dichiarazione ripresa dal Sir, puntando il dito sui governi che “non riescono a proteggere i giornalisti, esitano a perseguire i perpetratori o sono addirittura essi stessi i perpetratori”. L’impunità “moltiplica il loro impatto ed erode le società democratiche alimentando la paura, la sfiducia e l’ansia”, sottolinea l’Alto rappresentante. Il ricordo va al saudita Jamal Khashoggi – per il cui omicidio sono state chieste 5 condanne a morte – e alla maltese Daphne Caruana Galizia – giornalista e blogger maltese impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione, assassinata in un attentato dinamitardo a Malta con una osservazione: “nessuna regione del mondo è immune da tali crimini”. Mogherini ricorda anche l’impegno dell’Ue in questa battaglia, tra cui il supporto e l’assistenza legale attraverso il meccanismo dei difensori dei diritti umani, compresi i giornalisti; il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (Ecpmf) e il suo monitoraggio del pluralismo dei media e le sue minacce. L'ultima vittima solo pochi giorni fa. Lo scorso 13 ottobre, in un raid dell'aviazione turca in Siria sarebbe stato colpito il giornalista curdo Saad Al-Ahmad. A darne notizia, l'emittente Hawar News, che ha fornito i dettagli dell'incidente: il reporter si trovava su un convoglio non troppo distante dal fronte dell'offensiva turca. Anche altri corrispondenti sarebbero stati colpiti, stando a quanto riferito in un tweet dalla giornalista di France Télévision, Stephanie Perez, ma i loro nomi non sono stati diffusi.

La Giornata Unesco

Ogni 2 novembre si celebra la giornata Unesco dedicata ai giornalisti uccisi e alla difesa degli operatori dell’informazione. Oltre mille i cronisti e reporter morti dal 2006 al 2018, 94 quelli uccisi solo l'anno scorso. Praticamente, ogni cinque giorni un giornalista viene assassinato. Per tale motivo, l’Unesco ha dedicato la giornata di oggi a tutti quei giornalisti uccisi nell’adempimento della propria professione e alla difesa di tutti gli operatori dell’informazione. Secondo le Nazioni Unite tra il 2006 e il 2017 i giornalisti uccisi nel mondo superano le mille unità. Ogni cinque giorni un giornalista è assassinato. Numeri da guerra. Una giornata che ha un hashtag dedicato, #TruthNeverDies, per urlare no all’impunità generale nei riguardi dei crimini commessi contro i giornalisti: addirittura il 90% di questi delitti rimane impunito. Aghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Somalia: questi i paesi che contano più giornalisti morti. Anche il Messico è uno dei posti più pericolosi del mondo dove intraprendere il mestiere di giornalista: oltre 40 i giornalisti assassinati in Messico negli ultimi sei anni. Come Javier Valdes, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Culiacán per il suo profondo impegno nella lotta al narcotraffico, la cosiddetta guerra messicana della droga.