Nasce LifeAid, per raccogliere “la grande eredità di Charlie”

Il piccolo Charlie Gard, il bambino inglese di nemmeno un anno morto il 28 luglio scorso e la cui vicenda ha avuto un’ampia eco internazionale, continua a vivere nell’impegno a favore della vita umana dal concepimento a morte naturale.

Una rete internazionale pro-life

Dall’esperienza del lavoro compiuto per salvare Charlie dall’eutanasia, nasce il progetto LifeAid. L’intento – fanno sapere gli organizzatori – è quello di “formalizzare e consolidare la rete nazionale ed internazionale nata da questa vicenda al fine di tutelare il valore di ogni vita umana soprattutto quelle più indifese come i malati, i bambini ed i poveri”.

Le azioni concrete in tal senso sono il sostegno alle persone ed alle loro famiglie; un lavoro di lobbying verso istituzioni, enti governativi e non; la sinergia con altre realtà pro-life o organizzazioni che perseguono il medesimo scopo; attività culturali/scientifiche; comunicazione a diversi livelli (giornali, siti, social network, ecc.).

Professionalità al servizio della vita

Fanno parte della nascente rete medici, giuristi, esperti di comunicazione, bioeticisti, sociologi, economisti. Si tratta – si legge nel comunicato di presentazione – di “tante professionalità in rete, con spirito di collaborazione al servizio del supremo bene della vita umana in particolare nei casi in cui è messa in pericolo dal potere giuridico, socio-politico o scientifico”.

La grande eredità di Charlie

L’organizzatore Emmanuele Di Leo, presidente della Steadfast Onlus, spiega: “Avendo già più volte sottolineato l’importanza della grande eredità di Charlie, vogliamo concretizzarla. In molti ci siamo mobilitati e in molti abbiamo agito in maniera spontanea da molti Paesi di diversi Continenti e ricoprendo più ambiti d’azione”.

Un argine alla deriva etica-valoriale

“Steadfast – prosegue Di Leo – è convinta che strutturare una rete di lobbying in difesa della vita sia un’azione fondamentale per arginare l’enorme deriva etica-valoriale, che la società globale sta subendo”. Facendo leva sulla sua già esistente presenza internazionale e sui nuovi contatti nati durante la battaglia per Charlie, “Steadfast vuole consolidare e strutturare questa rete informale e, partendo dall’Italia, farla diventare una Rete internazionale a servizio della Vita umana più vulnerabile. Già in molti hanno aderito e sono convinto che tanti altri si uniranno al progetto”.

Collaborazione con altre realtà

Di Leo precisa: “Saremo un gruppo di lavoro ben distinto, sia nell’operare che nella metodologia d’azione, da altre associazioni già esistenti. Collaboreremo con altre organizzazioni specializzate in più e differenti settori, proprio perché siamo convinti che ognuno possa dare qualcosa, specialmente se agisce nella sua area di pertinenza”.