Nasce il Forum sulle diseguaglianze e diversità

Disuguaglianze e diversità, prodromi di ingiustizie, hanno un peso sempre maggiore nel nostro Paese sulla maggioranza della popolazione e sono una sorgente micidiale di tante povertà.

Per questo motivo negli scorsi mesi otto associazioni con una importante esperienza nel sociale (Actionaid, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus, Fondazione Basso, Fondazione Comunità di Messina, Legambiente e UISP) e il mondo accademico hanno dato vita al Forum sulle disuguaglianze e le diversità.

Il Forum costituisce un’alleanza fra organizzazioni che lavorano nel sociale, cittadini associati e mondo della ricerca che ha l’obiettivo di “disegnare politiche pubbliche e azioni collettive che riducano le disuguaglianze e favoriscano il pieno sviluppo di ogni persona (diversità)”. Inoltre, il fine è quello di costruire consenso e impegno su queste tematiche.

“Il fatto che ci siano dentro associazioni molto diverse e accademici permette un confronto vivace – spiega Nunzia De Capite, sociologa di Caritas Italiana che fa parte del gruppo dei promotori – del resto, per avere un futuro bisognava allargare la prospettiva e lavorare alla costruzione di alleanze inedite fra organizzazioni e persone. I fenomeni di disuguaglianza nel nostro Paese richiedono una nuova collaborazione competente sui temi da parte di tutti gli attori in gioco”.

Il percorso del Forum è iniziato da pochi mesi e prevede varie fasi: fare una sintesi di esperienze diverse maturate negli anni dalle varie associazioni nei confronti delle disuguaglianze permetterà di sperimentare alcuni progetti sui territori (fra gli altri un progetto sul tema della vulnerabilità finanziaria e su interventi basati sul microcredito e sui corsi di educazione finanziaria) e dall’analisi dei risultati entro il 2019 si arriverà all’elaborazione di proposte concrete per la politica e le istituzioni, ma anche all’attivazione di campagne di comunicazione di massa.

Temi teorici con sistemi di pensiero anche diversi e pratiche di lavoro differenti si sono confrontati con i loro bagagli molto radicati sul territorio per fare una sintesi: trovare un terreno comune su cui lavorare sia come orientamento teorico, sia operativo. Piccoli gruppi per costruire progetti da candidare ora al finanziamento per operare concretamente sulle disuguaglianze nel nostro Paese.

Non da ultimo, la “disseminazione culturale”, afferma Nunzia De Capite. “Di disuguaglianze se ne parla in maniera troppo generale e con dati che sono di difficile comprensione per le persone – spiega -. Fare chiarezza sulle varie tipologie di disuguaglianze (di riconoscimento, sociali, economiche, etc) e poi rendere queste informazioni disponibili e fruibili per tutti. Far comprendere, ad esempio, a chi vive sulla propria pelle queste disuguaglianze come poterle contrastare è il nostro obiettivo – prosegue De Capite – per esempio far capire ai genitori che l’abbandono scolastico dei figli genera povertà e abbatte del 50% le possibilità di migliorare la propria situazione economica per il futuro”.

Un obiettivo forse ambizioso, quello del Forum, ma la complessità sociale del nostro Paese ormai richiede questo tipo di approccio (positiva in questo senso anche l’esperienza dell’Alleanza contro la povertà, che ha portato avanti la questione del reddito d’inclusione) per chi vuole proporre un modo nuovo ed efficace di lavorare a beneficio della società.

Il rimanere agganciati ai vari territori con i progetti che prenderanno il via, permetterà di evitare prospettive troppo ideologiche. Sul fronte Caritas, naturalmente saranno le realtà diocesane ad essere coinvolte in una serie di progetti che sono esperimenti sul campo per contrastare in particolare la disuguaglianza economica. “In Italia le disuguaglianze economiche sono strettamente correlate al fattore geografico, questo è assodato – conclude la sociologa di Caritas Italiana – Inoltre la trasmissione intergenerazionale della povertà resta altissima nel nostro Paese, la cui situazione in tema di disuguaglianze è fortemente peggiorata da tutti i punti di vista negli ultimi trenta anni”.

Non resta che lavorare, dunque: un cambio di prospettiva può aiutare a portare un cambio di mentalità e, forse, un futuro con meno disuguaglianze e ingiustizie nella nostra Italia.