Medio-Oriente, boom di matrimoni di gruppo

Sposarsi non è più un affare privato. Se da un lato aumentano i format televisivi dove le nozze, un tempo relegate alla dimensione familiare, diventano il pretesto per uno spettacolo pubblica, dall'altro in alcuni Paesi medio-orientali è sempre più consueto il cosiddetto matrimonio di massa. In Libano, per esempio, possono essere organizzati finanche 34 matrimoni al giorno, come nel caso documentato dal quotidiano statunitense The New York Times: “il quarto matrimonio di massa in poche settimane” hanno detto gli organizzatori dell'evento.

Giovani sempre più bisognosi

Le ragioni alla base del fenomeno sono molteplici. Innanzitutto, i contesti di tale pratica sono quelli in cui il matrimonio è ancora ritenuto una tappa fondamentale nella vita di un essere umano: rispettabilità e status sociale sono i motivi per cui molti optano per una soluzione “condivisa”. Molti di loro, infatti, non possono permettersi una cerimonia privata, per questo cercano l'appoggio di alcuni benefattori che possano sponsorizzarli, come associazioni non governative legate alla Chiesa maronita.

Le richieste militari

In alcune aree medio-orientali, però, i matrimoni “collettivi” nascondono delle precise richieste militari. Nella città libanese di Hermel, per esempio, il gruppo militante sciita Hezbollah ha avvalorato le nozze di trentuno coppie; l'obiettivo è che le unioni possano rimpolpare le file dei futuri miliziani. Le stesse pratiche avvengono lungo la Striscia di Gaza, dove i matrimoni diventano – ricorda The New York Times – il pretesto per crare alleanze e cambiare gli equilibri nell'area sensibile. Recentemente, come rende noto il portale digitale Aliwaa.com, il presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha sponsorizzto il matrimonio di 196 coppie sotto la supervisione del presidente Abu Mazen


Oltre 4.000 uomini e donne nella celebrazione di un matrimonio “collettivo” a Gaza il 31 maggio 2015 – Foto © Mohammed Asa per The Middle East Eye

Gli sforzi della Chiesa maronita

Anche la Chiesa maronita incentiva le nozze, soprattutto fra i più giovani. Molte coppie, infatti, non possono permettersi di sostenere le spese per le celebrazioni e la comunità maronita dà loro una mano: “Se non li aiutassimo a iniziare e ad allestire la loro casa, si indebiterebbero e andrebbero incontro al fallimento”, ha dichiarato l'organizzatrice, Francis Qabalan, alle colonne del New York Times. Il “gettone” prevede abito e torta gratuiti, finanche un assegno da duemila dollari. Molte associazioni legate alla Chiesa maronita, s'impegnano ad offrire ai novelli sposi la possibilità di ristrutturare la loro abitazione oppure a donare elettrodomestici o pezzi d'arredamento. I giovani “protagonisti” non si formalizzano sulle tradizioni, anzi sono entusiasti di questa soluzione. Ali Ala'ideen, intervistato dal quotidiano statunitense, ha espresso invece gratitudine: “Se non avessimo preso parte a un matrimonio di gruppo, non saremmo stati in grado di sposarci” ha detto.