Medicina Solidale chiede al Papa un difensore civico

Domani ricorrerà la Festa dei Santi innocenti, e proprio in questa occasione vogliamo rivolgere un appello a Papa Francesco, perché si faccia punto di riferimento per l'ascolto della sofferenza dei tantissimi bambini vittime di maltrattamenti, incuria, abusi e abbandono“, afferma all'Ansa Lucia Ercoli, direttore dell'Istituto di Medicina Solidale-. Ci rivolgiamo al Pontefice perché purtroppo questa battaglia non ha trovato, ad oggi, altri sostenitori. Chiediamo al Santo Padre che pensi alla nomina di un difensore civico dei bambini, da nominare in ogni diocesi, al quale i più piccoli possano rivolgersi senza alcun tipo di mediazione. È molto triste, ma oggi il bambino in Italia non viene ancora considerato una persona, le leggi che lo tutelano sono ferme a 30 anni fa, così come la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, alla quale ancora oggi ci rifacciamo. Ma in tutto questo tempo il mondo è cambiato, le società sono cambiate e con loro i bambini. È necessario iniziare ad ascoltare la loro voce”. 

Selezione dei medici pro-aborto

Aggiunge l'Istituto di Medicina Solidale: “Nel corso degli anni abbiamo constatato come non si vada nella direzione dell'ascolto dei bambini, ma dalla parte opposta. E questo fin da quando non sono ancora nati, se pensiamo che sono stati indetti concorsi per selezionare medici disposti a praticare l'aborto. Inoltre, sono scarse le risorse che vengono stanziate a sostegno delle famiglie vulnerabili, dei servizi sociali e dei tribunali dedicati alla tutela dei minori. Manca la possibilità e la capacità di sapere interpretare il loro malessere: quando oggi si arriva ad ascoltare un minore è ormai troppo tardi, la tragedia si è consumata. È per questo che ci permettiamo di rivolgerci a Papa Francesco, che ha dimostrato di avere a cuore il benessere dei più piccoli“.

L'appello dei vescovi

Intanto i vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord scendono in campo contro la nuova legge sull’aborto entrata in vigore con due emendamenti approvati a luglio dal Parlamento di Westminster: “Tutti sono moralmente obbligati ad opporsi a questa legge ingiusta con l’obiezione di coscienza. Nessuno è obbligato in coscienza a collaborare con qualsiasi azione consentita da questa legge che porti direttamente e intenzionalmente all’uccisione di un nascituro”. E prosegue la nota dell'episcopato:  “Tutti i cristiani e le persone di buona volontà sono obbligati in coscienza a non partecipare formalmente ai servizi di aborto, anche se consentito dalla legislazione civile. Il diritto di rifiutare di partecipare a qualsiasi aspetto nella fornitura di servizi di aborto come la consultazione, l’amministrazione, la preparazione, oltre all’atto diretto e intenzionale dell’aborto stesso”.