MALAWI, L’EMERGENZA ALIMENTARE MINACCIA LA POPOLAZIONE

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È emergenza alimentare in Malawi. Il presidente Peter Mutharika, infatti, ha dichiarato lo scorso 13 aprile lo stato di catastrofe naturale, nella speranza che la comunità internazionale si mobiliti e intervenga per evitare una vera e propria crisi umanitaria e che milioni di persone muoiano a causa della mancanza di acqua e cibo. A causa della terribile siccità che sta piegando l’Africa australe da ormai un anno, il Malawi non può contare neanche sull’aiuto dei Paesi confinanti, colpiti dallo stesso fenomeno e anch’essi in grave difficoltà.

“Secondo i nostri calcoli, la produzione complessiva di mais nel corso del 2016 sarà del 12% inferiore rispetto a quello dello scorso anno – ha spiegato il presidente Mutharika. Prevediamo per il 2016 e il 2017 una crescita importante del numero di persone che patiranno la fame, la cui sorte dipenderà da aiuti umanitari”. Sussidi che potrebbero salvare la vita a milioni di persone, quindi, per questo le Nazioni Unite hanno già studiato un piano di aiuti per soccorrere i 3 milioni di abitanti delle zone più colpite dalla siccità.

È stato lo stesso Programma Alimentare delle Nazioni Unite a lanciare l’allarme nello scorso mese di febbraio: la siccità sta colpendo zone del Malawi già provate dalle alluvioni dello scorso anno, che hanno causato la perdita di gran parte del raccolto. Inoltre, il Paese è caratterizzato da un contesto economico molto difficile, piazzandosi al 173 esimo posto su 187 nella classifica dello Human Development Index, l’ Indice dello Sviluppo Umano. L’80% della popolazione vive proprio grazie alla coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno e ora si trova senza lavoro, senza denaro e senza mezzi di sostentamento.

“La situazione è già desolante e il peggio deve ancora venire – spiega un portavoce del Programma Alimentare – . Ci vorrà parecchio tempo per ristabilire condizioni di normalità”. Intanto, la popolazione aspetta l’arrivo delle piogge, che non sono previste prima della fine dell’anno, nella speranza che l’acqua lavi via per sempre l’emergenza e la fame.