“L’Italia avamposto per la cooperazione con il Niger”

Alla fine dello scorso anno il ministro degli Esteri Alfano annunciò l’apertura di una rappresentanza diplomatica a Niamey. Il primo ambasciatore in Niger è Marco Prencipe, 49 anni, foggiano, impegnato, dal suo insediamento lo scorso febbraio, a consolidare le relazioni italo-nigerine e porre le basi per affrontare insieme le sfide comuni. In particolare, secondo l’ambasciatore l’Italia può essere un avamposto per la cooperazione con il Niger, Paese nevralgico per tentare di arginare l’enorme migrazione clandestina verso la Penisola e l’Europa, fenomeno che poggia su povertà, pressione demografica e cambiamento climatico. Uno Stato grande quattro volte l’Italia e tra gli ultimi 10 al mondo per Pil pro capite.

Di questi argomenti Prencipe ha parlato in un’intervista rilasciata al “Giornale Diplomatico”. “Tutte le minacce, dal terrorismo fondamentalista all’inquinamento globale, dalle ondate incontrollate di immigrazione irregolare alle differenze economiche e sociali, non possono essere affrontate e risolte individualmente da un solo Paese – afferma Prencipe – In relazione alla questione migratoria diventa ormai imprescindibile la collaborazione tra Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi”.

Perché Roma ha deciso di aprire una sede diplomatica in Niger, nel cuore della regione subsahariana?

“Questo non è un interesse improvviso, in quanto Niger e Italia sono state tradizionalmente legate da relazioni di amicizia e cooperazione. L’apertura della cancelleria a Niamey è stata decisa nell’ottobre 2016 nel quadro di un rafforzamento della presenza italiana nel Sahel e nell’Africa Occidentale. È questo un segnale forte dell’interesse italiano nel tentativo di sviluppare ancora di più le relazioni di amicizia e di cooperazione bilaterali. Vogliamo sostenere il Niger nella sua politica di sviluppo e di miglioramento delle condizioni economiche allo scopo di rinforzare le relazioni con un Paese di importanza strategica sia sul piano della stabilizzazione della regione sahelo-sahariana, sia sul piano del controllo dei flussi migratori”.

In quali settori si svilupperà la cooperazione?

“L’Italia è attivamente impegnata a sostenere i Paese dell’Africa Subsahariana negli sforzi della lotta contro il terrorismo e la prevenzione dei traffici illeciti per limitare e guidare i flussi migratori irregolari al fine di prevenire le tragedie umane. Sono stato nominato in un momento molto positivo delle relazioni tra Italia e Niger, come testimoniano le visite del Presidente della Repubblica del Niger, Mahamadou Iossoufou, a Roma alla fine di marzo e poi a Taormina al vertice G7. Così come le riunioni ai più alti gradi dei due Governi che hanno contributo a consolidare la volontà comune di lavorare insieme arricchendo il partenariato bilaterale. L’Italia e il Niger hanno gettato le basi per un impegno comune sulle azioni contro il traffico illecito e a favore delle promozione della stabilità regionale. I nostri due Paesi hanno interessi comuni nella gestione dei flussi migratori per ragioni di sicurezza e di lotta alla tratta illecita di essere umani”.

Quali sono le altre priorità?

“L’Italia è tradizionalmente presente in Niger attraverso la Cooperazione alla Sviluppo con progetti fondati sulla sicurezza alimentare, sulla salute pubblica e sul sostentamento delle piccole e medie imprese, in particolare dei giovani e delle donne. Ora noi vogliamo continuare a sostenere tali attività nella lotta contro la malnutrizione, anche attraverso i programmi per la sicurezza alimentare al fine di assicurare l’appoggio alle comunità locali, contrastare la desertificazione, avviare attività di formazione professionale per i giovani e le donne e sostenere iniziative economiche nelle zone a più alto rischio economico e sociale. L’Italia riconosce e apprezza gli sforzi del Niger e del suo Governo nel quadro dell’applicazione di leggi specifiche e sostiene questi sforzi. Il recente accordo del valore di 50 milioni di euro firmato a Roma a fine marzo in occasione della visita Presidente del Niger si inscrive in questo quadro”.

Infine il fronte caldo del terrorismo.

“Il ruolo del Niger è essenziale per la sicurezza della regione del lago Ciad, minacciata dagli attacchi che hanno fatto vittime sia tra la popolazione civile che nelle forze armate. L’Italia sostiene il lavoro che il Niger, come pure altri Paesi, svolge per lottare contro il terrorismo ed apprezza fortemente l’intensificazione della cooperazione tra i Paesi della regione, prioritaria per la stabilità della regione Sahelo-Sahariana. L’Italia attribuisce grande importanza alla sicurezza del Niger ed è direttamente impegnata nella cooperazione per il rafforzamento delle sue strutture in un contesto multilaterale, come pure nel piano bilaterale attraverso le attività di formazione del personale di sicurezza nigeriana”.

Prencipe, laureato in Economia e Commercio all’Università di Bologna, è entrato in carriera diplomatica nel 2000 dopo aver svolto diversi incarichi nel settore privato. Alla Farnesina il suo primo incarico è stato alla Direzione Generale per i Paesi dell’Africa Sub​-Sahariana, dove si è occupato in particolare dei Paesi dell’Africa Occidentale. Nel 2004 ha prestato servizio all’Ambasciata d’Italia a Teheran in qualità di Capo della Sezione Commerciale e dal 2006 anche come Capo della Sezione Consolare. Nel 2008 è stato assegnato alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna in qualità di Rappresentante Permanente Aggiunto per seguire le materie di competenza dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime). Quattro anni dopo Prencipe è rientrato al Ministero per svolgere l’incarico di Capo Segreteria della Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza; dal febbraio 2016 è poi stato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per contribuire alle attività di reporting sulla politica estera della Santa Sede e al rilancio della collaborazione culturale bilaterale nell’anno del Giubileo Straordinario della Misericordia.