L’allarme dell’ Oxfam: 1 persona su 8 non ha accesso all’acqua potabile

Sono 748 i milioni di persone nel mondo (1 su 8) che vivono senza accesso all’acqua potabile, mentre 2,5 miliardi sono prive di servizi igienico-sanitari a causa di guerre e catastrofi naturali. A rivelarlo è il nuovo report “#Savinglives: emergenza acqua”, diffuso da Oxfam.

A soffrire di più la mancanza di acqua potabile sono le popolazioni della Siria, l’Iraq, lo Yemen, il Sud Sudan, Paesi devastati da guerre che oramai durano da anni. Ma anche gli oltre 9 milioni di persone che sono stati costretti a lasciare le loro terre per cercare di sfuggire alle atrocità di Boko Haram e che hanno trovato salvezza nell’area intorno al bacino del lago Ciad, tra Nigeria, Niger e Ciad. A queste situazioni si sommano gli effetti di catastrofi naturali che a causa dei cambiamenti climatici si stanno moltiplicando, abbattendosi su aree del pianeta già poverissime come Haiti o il Sudan.

Per poter aumentare la propria capacità di intervento nelle più gravi emergenze del momento, la Oxfam ha deciso di lanciare la campagna #Savinglives. In Siria oltre 20 milioni di persone sono senza acqua e cibo, spiega l’Ong nel suo rapporto: qui dopo quasi 6 anni di conflitto, la situazione è al collasso. Sono 13,5 milioni le persone che dipendono dagli aiuti umanitari e, tra queste, 3 milioni hanno accessi irrilevanti e gravemente insufficienti a cibo e acqua pulita. E mentre ogni giorno quasi 7 mila siriani sono costretti a lasciare il proprio paese, ad Aleppo est oltre 275 mila persone, con l’inverno in arrivo, rimangono intrappolate sotto i bombardamenti, con scorte di cibo e acqua in esaurimento.

Altrettanto grave l’impatto umanitario del conflitto in Iraq, dove l’offensiva in corso per la riconquista di Mosul all’Isis, potrebbe generare centinaia di migliaia di profughi, facendo salire a oltre 10 milioni, metà dei quali bambini, il numero di persone che hanno un disperato bisogno di aiuto. Per far fronte all’emergenza, Oxfam è al lavoro nell’area per riuscire a garantire entro la fine di dicembre acqua e servizi essenziali ad almeno 60 mila sfollati, che si stanno cercando rifugio nei campi profughi per sfuggire al conflitto.