La Polonia celebra i giusti che salvarono gli ebrei

Il 24 marzo 1944, nel villaggio di Markowa, nel sud-est della Polonia occupata dai nazisti accadde un fatto che sconvolse non soltanto i suoi abitanti ma tutta la regione: i gendarmi tedeschi fucilarono un’intera famiglia, gli Ulma, compresi sei bambini (il settimo era nel grembo materno) per aver nascosto ed aiutato degli ebrei. Gli Ulma sono stati dichiarati dal comitato ebraico “Giusti tra le nazioni“, mentre la Chiesa cattolica, tenendo conto del loro fervore religioso e del gesto estremo motivato dall’amore cristiano verso il prossimo, ha cominciato nel 2003 il processo diocesano di beatificazione.

Va ricordato che durante l’occupazione nazista della Polonia circa 1 milione di polacchi in vario modo aiutarono degli ebrei malgrado il grandissimo rischio che correvano. La Polonia fu l’unico Paese dove l’occupante tedesco introdusse una legge draconiana: qualsiasi tipo di aiuto agli ebrei veniva punito con la pena di morte. Ma malgrado tutto i polacchi sono riusciti a portare aiuto e salvare circa 300.000 ebrei e per questo motivo sono il gruppo nazionale più numeroso tra i “”Giusti tra le nazioni”: 6706 su 26513 (dati del 31 dicembre 2016).

Una famiglia esemplare

Markowa si trova nell’arcidiocesi di Przemysl, nella Polonia sud-orientale. Prima della seconda guerra mondiale Markowa era uno dei più grandi villaggi polacchi: gli archivi parlano di 931 case dove abitavano 4442 persone (la stragrande maggioranza era cattolica, ma c’erano anche 120 Ebrei). Józef (Giuseppe) Ulma, nato nell’anno 1900, fu un personaggio molto conosciuto in tutto il villaggio. Era una persona dotata di molti talenti ed intraprendente: fu il primo a gestire un vivaio di alberi da frutta, produceva e diffondeva le tecniche di coltivazione della verdura e della frutta, si occupava dell’apicoltura e dell’allevamento del baco da seta, che incuriosiva tutti nel villaggio. Per la sua attività agricola riceveva diplomi. Józef Ulma era un buon cattolico impegnato in varie attività sociali: lavorava nell’associazione della gioventù cattolica dove era bibliotecario e fotografo. La fotografia era la vera passione di questo contadino “illuminato”. Grazie alle migliaia di fotografie che scattò e che si sono conservate fino ad oggi, abbiamo bellissime immagini sue e della sua famiglia. Ulma scelse come moglie una ragazza del villaggio, Wiktoria Niemczak, di 12 anni più giovane di lui. Il matrimonio era molto riuscito e felice. In 7 anni Wiktoria ha dato alla luce 6 bambini, nel 1944 era incinta e in primavera doveva nascere il settimo figlio.

Sotto l’occupazione tedesca

Dopo aver occupato tutta la Polonia i nazisti crearono una nuova organizzazione territoriale. Per “mantenere l’ordine” nelle campagne e nei piccoli centri serviva tra l’altro la gendarmeria. Gli ebrei furono privati di qualsiasi diritto: non potevano esercitare le loro professioni e dovevano compiere vari lavori per conto dell’occupante. In seguito, i nazisti cominciarono a raggruppare gli ebrei nei ghetti. Nell’estate e autunno del 1942 i tedeschi ammazzarono la maggior parte degli abitanti ebrei di Markowa. Sopravissero soltanto gli ebrei che già prima si erano nascosti nelle case dei contadini polacchi. Una delle famiglie che prese l’eroica decisione di nascondere degli ebrei furono gli Ulma. Nella loro casa hanno trovato rifugio otto ebrei: 5 uomini della famiglia Szall (erano commercianti del bestiame provenienti dalla città di Łańcut) e Golda e Layka Goldman con la piccola figlia. Józef Ulma era conosciuto per la sua simpatia verso gli ebrei. Prima di ospitarli a casa sua, aiutò un'altra famiglia a fare un nascondiglio in una valle della zona. Sicuramente Ulma prese la sua eroica decisione spinto dall’amore verso il prossimo e dalla compassione essendo cosciente della sorte che veniva riservata agli ebrei catturati dai nazisti.

Il martirio

Probabilmente un poliziotto locale avvisò i gendarmi tedeschi dove venivano nascosti gli ebrei. I gendarmi con a capo Eilert Dieken, il comandante dei gendarmi tedeschi a Łancut, organizzarono una spedizione punitiva. All’alba del 24 marzo entrarono nella fattoria degli Ulma, che si trovava ai bordi del villaggio. I tedeschi, con la copertura della polizia, entrarono nella casa. Subito dopo si udirono gli spari: per primi furono fucilati gli ebrei. I gendarmi chiamarono i cocchieri polacchi che li accompagnavano a Markowa ad assistere alla fucilazione per far vedere loro come venivano puniti i polacchi che nascondevano gli ebrei. Uno dei cocchieri, Edward Nawojski, si ricorda come dalla casa furono fatti uscire Józef e Wiktoria Ulma che in seguito furono trucidati. Il testimone raccontò che “durante le esecuzioni si sentivano grida tremende, il lamento delle persone e le voci dei bambini che chiamavano i genitori fucilati. La scena era veramente raccapricciante”. Dopo l’esecuzione i gendarmi tedeschi cominciarono a discutere cosa fare con i bambini: decisero di ammazzarli. Uno dei gendarmi, un certo Joseph Kokott, un ceco germanizzato, personalmente fucilò 3 o 4 bambini. Il cocchiere Nawojski, che fu obbligato ad assistere al massacro, si ricorda bene le sue parole: “Guardate come finiscono i porci polacchi che nascondono gli ebrei”. In poco tempo furono ammazzate 16 persone e la 17° nel grembo materno di Wiktoria. I tedeschi non riuscirono a scoprire tutti gli ebrei nascosti nelle case dei polacchi a Markowa: fino alla fine della guerra almeno 17 di loro sono sopravvissero.

La memoria degli eroi

Gli abitanti di Markowa hanno eretto un monumento ai loro concittadini, polacchi ed ebrei, ammazzati barbaramente dai tedeschi. Sul monumento si trova la seguente scritta: “Salvando la vita degli altri, sacrificarono la loro. Józef Ulma, sua moglie, Wiktoria e loro figli: Stasia, Basia, Władziu, Franuś, Antoś, Marysia e il figlio non nato. Nascondendo 8 dei nostri fratelli maggiori nella fede, gli ebrei della famiglia Szall e Goldman, perirono insieme con loro a Markowa il 24 III 1944 dalle mani della gendarmeria tedesca. Che il loro sacrificio sia l’invito a rispettare ed amare ogni uomo. Erano figli di questa terra e rimangono nei nostri cuori”. Il 24 marzo è stato dichiarato dal Parlamento di Varsavia “Giornata nazionale della memoria per i polacchi che salvavano ebrei durante l'occupazione tedesca”. La scelta del giorno fa riferimento proprio all’eccidio di Markowa quando vennero assassinati i “giusti” Ulma.