Isola Solidale: “Più pene alternative per le mamme”

Sud

Una tragedia che ci coinvolge tutti. Due piccoli innocenti ai quali è stata offerta solo una vita in carcere. Sabato celebreremo la santa messa in memoria del piccolo che non c’è più e per il suo fratellino che lotta per la vita. I nostri stessi ospiti ci hanno chiesto di fermarci a pregare per questi due piccoli angeli”.

E' il commento di Alessandro Pinna, presidente della onlus “Isola Solidale” di Roma, al tragico gesto effettuato da una detenuta di Rebibbia che ieri ha gettato i suoi due bambini dalle scale del penitenziario. Il minore, un neonato di 7 mesi, è morto sul colpo. Il primogenito di due anni è rimasto gravemente ferito ed è ricoverato in ospedale dove si teme per la sua vita.

La struttura per carcerati

L’Isola Solidale è una struttura che ospita persone che hanno commesso reati per i quali sono state condannate, che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunte a fine pena, si ritrovano prive di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica. Inaugurata il 16 giugno 1956, L’Isola, come viene comunemente chiamata, è stata fortemente voluta dalla Contessa Costanza Itala Baudana Vaccolini Fabrini che, generosamente, donò un terreno con al centro una casa colonica per accogliere “i liberati dal carcere”. La struttura ha una disponibilità di circa 40 posti. Per accedervi occorre una richiesta da parte dell’avvocato difensore che sarà poi di volta in volta valutata dal magistrato di sorveglianza.

“Occorre puntare di più sulle pene alternative – conclude Pinna in un comunicato sul sito della struttura – soprattutto in presenza di minori innocenti. Il carcere ha valore solo in un’ottica di riabilitazione e di formazione senza le quali non si può pensare ad un riscatto umano e sociale per i detenuti”.