India, migliaia di donne manifestano per il diritto alla maternità assistita

In India migliaia di persone, tra cui molte neomamme e donne incinta, hanno manifestato lo scorso 22 novembre a Calcutta per il loro diritto alla maternità assistita. Secondo il The National Food Security Act del 2013, le gestanti e le donne che allattano dovrebbero ricevere un sussidio di 6mila rupie dallo Stato e pasti gratuiti. Invece, “dopo tre anni dall’approvazione della legge, la sperimentazione pilota è rimasta confinata in 52 ‘Zilla” (distretti)” sui 671 presenti sul territorio indiano. È quanto denuncia p. Irudaya Jothi sj, coordinatore del Right to Food Campaign, network di oltre 500 Ong del West Bengal.

Il Food Security Bill (la legge sugli aiuti alimentari) è stato lanciato nell’agosto 2013 dall’allora governo guidato dal Congress di Sonia Gandhi. In seguito la legge è stata ratificata in Parlamento, non senza suscitare dubbi da parte degli esperti, preoccupati per l’interesse che le ingenti somme di denaro avrebbero potuto attirare da parte degli amministratori corrotti, ai quali spetta la distribuzione degli aiuti.

Nella sua formulazione originale, il decreto imponeva di distribuire 5 kg di cereali a persona ogni mese, a un prezzo calmierato di 1-3 rupie al chilo; pasti gratuiti a donne incinta, madri che allattano, bambini tra i sei mesi e i 14 anni, bambini malnutriti e senzatetto. Invece, una volta approvato il testo, alcune categorie sono state escluse e in India ancora oggi tantissime persone muoiono di fame.

I manifestanti scesi in piazza hanno fatto richieste specifiche: ad ogni donna incinta deve essere garantito il sussidio di 6mila rupie [82 euro]; il Maternity Benefit Act del 1961 deve essere abolito e a tutte le donne (comprese le casalinghe) devono essere accordate 26 settimane retribuite con salario minimo durante la gravidanza (attualmente sono 12); inoltre, devono essere sostituite le farine di scarsa qualità con grano autentico. solo per 12 settimane. “Per far in modo che il diritto alla maternità diventi universale – conclude – servirebbero all’inizio almeno 150 miliardi di rupie [2 miliardi di euro]”, ha assicurato P. Jothi, che coordina l’Udayani Social Action Forum, la formazione sociale dei gesuiti a Calcutta, tra i maggiori sponsor della protesta.