Il più grande manifesto contro l'aborto mai apparso prima

Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito“. Questo il messaggio della gigantografia che campeggia a Roma, in via Gregorio VII, a due passi dal Vaticano. Il maximanifesto di 7 metri per 11 è stato fatto affiggere dall'Associazione ProVita – si legge in una nota – “per ricordare all'Italia e a tutto il mondo che l’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) sopprime un essere vivente” nel mezzo di una campagna contro l'aborto che si intensifica con l'avvicinarsi del 22 maggio, anniversario della legge 194. Si tratta del più grande manifesto contro l'aborto mai apparso in Italia.

“Dal 1978, sono stati più di 6 milioni quelli uccisi dall’aborto, senza contare le vite che si sopprimono in solitudine, tra le pareti domestiche, con le pillole abortive fra le quali la Ru 486, il 'pesticida umano', che ha già causato quasi 30 morti anche tra le donne che l'hanno assunta”, prosegue la nota di ProVita. “Ma è concepibile che in un’Italia, dove solo il 38% dei malati di tumore può accedere alle cure palliative e dove circa 200mila anziani o disabili sono rispediti a casa ogni anno dagli ospedali pubblici, per mancanza di fondi per la sanità, lo Stato spenda centinaia di milioni di euro di fondi pubblici per finanziare scelte individuali che causano l’eliminazione di esseri umani, e che non sono condivise da una grande fetta della popolazione?”, protesta a gran voce Toni Brandi, presidente di ProVita.

La onlus, che ha lanciato anche una petizione (si può sottoscrivere sul sito notizieprovita.it) “affinché il ministero della Salute garantisca che le donne vengano messe a conoscenza delle conseguenze, provocate dall’aborto volontario sulla loro salute fisica e psichica”, con il maximanifesto di Roma riporta l’attenzione “sulla violenza e dramma di una condanna a morte prima di nascere”. Brandi sottolinea che “uno Stato che finge di tutelare la mamma (spesso soggetta a ingiuste pressioni ideologiche e ignara dei rischi alla salute che corre abortendo), ma che non si preoccupa del più debole, il bambino nel grembo materno, è la rappresentazione plateale della legge della giungla”. ProVita annuncia altre “forti iniziative per scuotere la coscienza di tutti”. Lo farà anche dalla sua nuova sede nazionale nel centro di Roma, come annuncerà nei prossimi giorni.