Il 2018 in dodici scatti

Diplomazia, cronaca, migrazioni, sport: un anno particolarmente denso quello che sta per concludersi, per il nostro Paese ma non solo. Snodi cruciali sul piano politico, come l'elezione del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, importanti manifestazioni sportive come i Mondiali russi, il giro di boa della presidenza Trump (con le elezioni di Midterm) e anche la nuova pagina governativa italiana; tragedie come gli attentati di Bengasi e Strasburgo, il crollo del Ponte Morandi a Genova ma anche momenti di distensione diplomatica, dall'incontro di Singapore fra il presidente americano e Kim Jong-un alla partecipazione di una delegazione di Pyongyang alle Olimpiadi invernali in Corea del Sud. Tessere diverse di un puzzle, quello del 2018, ormai in fase di assemblaggio definitivo. In Terris ne ha raccolte dodici, fotografie che ben raccontano l'anno che è stato per salutare l'anno che verrà.

Gennaio – Autobomba a Bengasi

                          

Il 24 gennaio, è da poco terminata la preghiera nella moschea del quartiere al-Salmani, a Bengasi, quando due autobomba esplodono, deflagrando sui fedeli in uscita dal luogo di culto. Sul terreno rimangono 22 persone, fra loro il capo delle Unità investigative, Ahmed Alfaytori, uno dei personaggi più importanti dell'Intelligence di Khalifa Haftar. Il luogo dell'attentato non è casuale: nel mirino dei terroristi, che hanno agito in quella che è considerata la capitale della Cirenaica controllata dal generale, ci sono i vertici militari del Lybian National Army. Preda delle esplosioni, però, saranno anche semplici civili. Responsabile, probabilmente, una cellula terroristica dello Shura Council of Benghazi Revolutionary, una coalizione che raggruppa milizie jihadiste che combattono Haftar, fra le quali Ansar al-Sharia. (Photo © Reuters)

 

Febbraio – A PyeongChang, le Coree unite nello spirito olimpico

                           

Non solo le imprese sportive, non tanto le medaglie o la meravigliosa cerimonia d'apertura. O meglio, anche questo passerà alla storia ma quello che davvero resterà delle XXIII Olimpiadi invernali, svolte a PyeongChang, in Corea del Sud, sarà la storica partecipazione di una delegazione nordcoreana, segnale importante di una storica distensione nei rapporti fra i due Paesi della Penisola di Corea e, di fatto, preludio all'incontro fra Kim Jong-un e Moon Jae-in a Panmunjom. Sugli spalti dello Stadio Olimpico di PyeongChang si stringono la mano Kim Yo-jong, sorella del leader nordcoreano e primo membro della famiglia a varcare il confine, e il presidente sudcoreano Moon, fra gli artefici del disgelo fra i due Paesi. Sedici giorni di sport e diplomazia, in pieno spirito olimpico. (Photo © Francois-Xavier Marit Afp/Getty Images)

 

Marzo – L'Italia al voto

                             

 Il 4 marzo, il popolo italiano affluisce alle urne per votare il nuovo governo. E la questione si rivela tutt'altro che semplice: il Centrodestra è la coalizione più votata (37%, con la Lega a guidare), il M5s lo schieramento singolo con più preferenze (32%), a fronte di un'esigua affluenza al 73%. Ma è il post-voto che si trasforma in bagarre: nessuna determinazione di maggioranza, un pericoloso tunnel di consultazioni si apre e le contrattazioni procedono senza frutti per settimane, poi per mesi, durante i quali aleggia lo spettro della crisi istituzionale e tutto orbita attorno ai tentativi di accordo fra Carroccio e pentastellati per un contratto di governo. Intesa che arriva solo nel mese di maggio: il premier è Giuseppe Conte che il suo giuramento davanti al Presidente della Repubblica riuscirà a compierlo solo l'1 di giugno, tre mesi dopo le elezioni.

 

Aprile – Siria, missili solcano il cielo d'Oriente

                               

E' notte fonda quando, nel cielo siriano del 14 aprile, appaiono spettacolari e terrificanti scie di luce: missili, testate balistiche frutto di un attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Nel mirino c'è il regime di Bashar al-Assad. Il presidente Trump ne parla in un tweet (“Un attacco perfettamente eseguito la notte scorsa. Grazie alla Francia e alla Gran Bretagna per la loro saggezza e le capacità dei loro eserciti. Non ci poteva essere risultato migliore. Missione compiuta”), poi in un discorso alla Casa Bianca. Tutto avviene circa sette giorni dopo l'attacco su Douma, nel Ghouta, avvenuto forse con armi chimiche. Theresa May ne parla chiaramente: “Ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell'armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l'uso”. Su richiesta del presidente Vladimir Putin l'Onu convoca il Consiglio di sicurezza. (Photo © AP Photo Hassan Ammar)

 

Maggio – Harry sposa Meghan, Royal Wedding a Windsor

                               

Il 19 maggio il Regno Unito si ferma: cittadini di Londra e da tutta la Gran Bretagna si raccolgono attorno alla St. George Chapel del Castello di Windsor, dove il principe Harry del Galles, secondogenito del principe Carlo, sposa l'ex attrice statunitense Meghan Markle. Al ricevimento partecipa la quintessenza dell'aristocrazia e dell'establishment britannico (e non solo) ma sono i sudditi inglesi a dare colore alla giornata, salutando con affetto il sesto in linea di successione al trono del Regno Unito e la sua elegante sposa durante tutta la marcia della carrozza per le strade di Windsor. Sono le nozze dell'anno, un evento per la Gran Bretagna, trasmesso in diretta televisiva mondiale. (Photo WPA Pool © Getty Images)

 

Giugno – Trump incontra Kim, storica stretta di mano a Singapore

                              

Mesi e mesi di tensioni vengono gettati improvvisamente alle spalle quando il presidente Trump annuncia di voler incontrare di persona Kim Jong-un, dittatore della Corea del Nord e, per un lungo periodo, avversario a distanza del Tycoon. Allo storico vertice lavorano alacremente lo staff del presidente e i diplomatici nordcoreani, in uno sforzo congiunto che dà continuità alla distensione olimpica di febbraio e al disgelo fra le Coree di aprile. Accontanta l'escalation missilistica dei mesi precedenti, come terreno neutro viene scelto Singapore e, il 12 giugno, i due leader si trovano faccia a faccia davanti a un'elegante fila di bandiere di Usa e Corea del Nord. Dalla stretta di mano nasce un accordo diplomatico, riportato nero su bianco in un documento congiunto: relazioni diplomatiche per pace e prosperità, lavoro unito per la stabilità della Penisola coreana e, soprattutto, urgente denuclearizzazione di Pyongyang. Usa e Corea ripartono da qui. (Photo © Kim Saul LoebAFPGetty Images)

 

Luglio – La Francia è campione del mondo

                             

Al termine del Mondiale di Russia, quello della tecnologia in campo e dell'assenza storica dell'Italia, sotto la pioggia del Luzhniki di Mosca è la Francia di Deschamps a sollevare al cielo, per la seconda volta nella sua storia, la Coppa del mondo. I transalpini fanno percorso netto in Russia: superano in scioltezza il Gruppo C con Danimarca, Australia e Perù, faticano con l'Argentina agli ottavi ma regolano senza troppi problemi Uruguay e Belgio, sfidando in finale la sorprendente Croazia, in un revival della semifinale del Mondiale casalingo del '98. Ancora una volta i Bleus fanno centro: 4-2 ai croati e di nuovo sul tetto del mondo, con le stelle di Pogba, Griezmann e Mbappé che brillano nel nuvoloso cielo di Mosca. Una giornata da favola per il c.t. Deschamps che, della squadra campione venti anni prima, era il capitano. (Photo © Afp)

 

Agosto – Il disastro del Ponte Morandi

                             

E' una giornata piovosa a Genova il 14 agosto quando, improvvisamente, un boato squarcia il velo della pioggia: il Ponte Morandi, lo storico viadotto che collega Levante e Ponente a cavallo del torrente Polcevera, è crollato per quasi tutto il suo tratto centrale portando con sé, come si appurerà di lì a poco, le vite di 43 persone. Una tragedia che ferisce al volto l'Italia, costretta a fare i conti con un disastro di proporzioni immani: alle vittime, si affiancano gli oltre 600 sfollati dei quartieri sottostanti, gli incalcolabili danni alle abitazioni e, soprattutto, una feroce polemica sull'approssimativa manutenzione effettuata fin lì. Il governo, in carica da poco più di due mesi, affronta la sua prima grande prova: restituire una casa agli sfollati e fare giustizia alle vittime. Un compito non facile: le responsabilità si rimpallano e il discorso sulla manutenzione diviene un botta e risposta. Tutto mentre una città ferita attende di conoscere il proprio destino. (Photo Ansa)

 

Settembre – Papa Francesco nelle Repubbliche baltiche

                              

Inizia il 22 settembre il viaggio del Santo Padre nelle tre Repubbliche sul Mar Baltico: dalla Lituania all'Estonia, passando per la Lettonia, il Pontefice viaggia attraverso tre Paesi che festeggiano, proprio nel 2018, il centenario della loro indipendenza. Ecumenismo e memoria sono le due colonne portanti del venticinquesimo viaggio papale, esattamente 25 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II che, allora, si recò da un popolo devastato da anni di sofferenze e condizionato dagli strascichi dell'appena disgregata Urss. Anche in virtù della portata storica del viaggio, Papa Francesco affianca alle tradizionali tappe dei viaggi apostolici anche incontri con rappresentanti di altre confessioni, oltre che una visita al ghetto di Vilnius. Tre giorni densi, vissuti in pieno spirito di speranza ed ecumenismo. (Photo © Vatican Media)

 

Ottobre – Jair Bolsonaro approda a Planalto

                               

Sono ancora vivi i postumi dell'inchiesta Lava Jato, quella che ha portato alla condanna dell'ex presidente Lula, quando il Brasile si presenta al voto. Un Paese ferito dalla corruzione, dilaniato da tassi elevati di criminalità e alla prese con un'escalation industriale vessata dalle suddette piaghe e che cozza con la povertà che ancora interessa parte della popolazione, si affida alla guida di Jair Bolsonaro, leader del Partito social-liberale e noto militarista, con altrettanto note posizioni politiche di destra e nazionl-conservatrici. Meno di un mese prima, lo stesso Bolsonaro era stato vittima di un accoltellamento, che lo ha costretto a osservare la sua vittoria ancora in convalescenza. Alle urne, nel ballottaggio del 28 ottobre, ottiene un grande successo fissando le percentuali sul 55,13% contro il 44,87% del rivale Fernando Haddad, diventando il 38° presidente del Brasile. (Photo © Nacho Doce/Reuters)

 

Novembre – Gli Usa votano alle Midterm

                              

Dopo mesi di fermento politico, con l'ombra del Russiagate e le inchieste sugli ex trumpiani, Manafort e Cohen, gli Stati Uniti si presentano al giro di boa della presidenza Trump, con le elezioni di Midterm che, forse mai come questa volta, hanno visto una partecipazione così sentita da parte dei cittadini americani in una tornata elettorale che mette in gioco tutti i 435 seggi delle Camere. Il presidente è convinto delle sue possibilità, i Democratici premono ma, forse, pagano l'assenza di un leader: il popolo statunitense si schiera con Trump che, con 2 seggi guadagnati, conferma la maggioranza repubblicana al Senato, la camera chiave del Congresso. Un successo che rende più che sopportabile l'imposizione democratica alla Camera dei Rappresentanti e che, di fatto, conferma la fiducia dell'America nella politica del Tycoon. (Photo © Drew Angerer/Getty Images)

 

Dicembre – Gilet gialli in rivolta, caos in Francia 

                             

Scoppia il caos, in Francia, quando l'aumento del costo del carburante spinge i lavoratori francesi a convogliare il proprio dissenso nel movimento spontaneo dei “gilet jaunes”, i “gilet gialli”, nome derivato dal giubbotto catarinfrangente indossato dai manifestanti. Le proteste iniziano nel mese di ottobre, con qualche dimostrazione pacifica, ma è a dicembre che la tensione esplode: nella prima settimana del mese, una folla di quasi cinquemila persone invade gli Champs Elysées di Parigi, provocando disordini e caos ai piedi dell'Arc de Triomphe, mentre in altre città altri manifestanti bloccano strade e arterie, paralizzando il Paese in più punti. Nel mirino ci sono il governo e il presidente Macron, considerati i responsabili del rincaro sulla benzina. Ma la protesta deborda rispetto a le motivazioni originarie: il sindaco di Parigi stima danni in 3-4 milioni di euro e la Francia finisce sull'orlo di una crisi politica, con il capo dell'Eliseo che vede scendere a picco la sua popolarità, nonostante la retromarcia sul caro carburante. (Photo Lucas © Barioulet/Afp)