Gli effetti della seconda ondata sulla vita quotidiana. La legge al tempo della pandemia

Come l'emergenza sanitari cambia diritti e libertà di ogni giorno. Intervista di Interris.it alla professoressa Ida Angela Nicotra, consigliere dell'Autorità nazionale anticorruzione e autrice del saggio "Pandemia costituzionale"

La diffusione della pandemia nel mondo

“La seconda ondata della pandemia ha fatto ripiombare l’Europa in un incubo. Con le città nuovamente avvolte dalla paura e da un silenzio innaturale. Dove il giorno sembra uguale alla notte– afferma a Interris.it la costituzionalista Ida Angela Nicotra. Autrice del saggio “Pandemia costituzionale“-. Non si è fatta attendere la reazione emergenziale. Connotata da un regime giuridico pressoché omogeneo”.pandemia

Il diritto in pandemia

La professoressa Ida Angela Nicotra è ordinario di Diritto costituzionale all’università degli Studi di Catania. Componente della Commissione per le riforme costituzionali.

Quiete sociale a dura prova

“Da parte di tutti gli Stati europei. In queste eccezionali circostanze il ‘fatto’ non può non condizionare il diritto – sottolinea a Interris.it la costituzionalista -. Prima c’è stata la crisi mondiale. Determinata dal terrorismo internazionale. Che, a partire dall’11 settembre 2001, ha seminato morte e paura. In quasi tutte le aree del mondo. Poi è arrivata l’epidemia da Sars-Cov-2. A mettere nuovamente a dura prova la quiete sociale. E la sicurezza delle persone”. Quali sono gli effetti della pandemia sui diritti e le libertà fondamentali?

“Cresce il senso di impotenza di fronte al virus che resiste e accumula mutazioni. Ciò mostra la vulnerabilità delle vite collettive e individuali. C’è la necessità di  tenere sotto controllo l’infezione. Quindi la situazione odierna rischia di incidere pesantemente su diritti e libertà fondamentali ancora per tanto tempo”.Quanto “costa” tutto questo in termini individuali e collettivi?

“La pandemia sta comportando costi elevatissimi per l’ordinamento costituzionale. Con una tendenza generalizzata degli esecutivi. Quella ad utilizzare misure che consentono di operare, sia pure parzialmente, fuori dal controllo del parlamento. Che è il massimo organo di rappresentanza politica. Quindi anche per la libertà costituzionali e la democrazia parlamentare si è trattato di un ‘annus horribilis'”.pandemiaPuò farci un esempio?

“La serie di provvedimenti restrittivi delle libertà personali ed economiche adottata in Italia non ha precedenti nella storia repubblicana. In futuro dovremo ripensare i modi di gestione delle emergenze. La domanda, infatti, riguarda il quando e non il se del prossimo evento eccezionale. Con il quale le società saranno costrette a fare i conti”.pandemiaCosa comporta?

“Tra le generazioni presenti nessuna aveva vissuto prima d’ora l’esperienza di una pandemia globale. Ciò ha sicuramente influito sul tipo di risposte emergenziali fornite dalle istituzioni al Covid-19. La crisi epidemiologica ha prodotto un impatto di formidabile portata sugli ordinamenti liberali. Sui diritti fondamentali. E sullo stato di diritto. Le libertà appaiono come assopite. In attesa di potersi risvegliare. Appena l’epoca del disastro sanitario sarà passata”.

A cosa si riferisce?

“Il ‘coprifuoco’ deciso, per primo, dal presidente Emmanuel Macron per la capitale parigina, è stato subito adottato da tutte le cancellerie europee. Ciò evoca una letteratura di altre epoche storiche. E rappresenta la cifra più evidente di come le società europee stiano provando a rispondere al dilagare della pandemia. Nel tentativo di salvare vite umane.
Eppure, posizioni estreme trovano fondamento”.pandemiaDove?

“In una forma di intolleranza nei confronti della dimensione del limite. Una dimensione che l’imperversare dell’infezione ha riportato prepotentemente sulla scena dell’esistenza.
Individuale e collettiva. Le libertà fondamentali sembrerebbero concepite avulse da vincoli. Noncuranti di una concezione solidaristica della vita comunitaria”.pandemiaQuali ‘vincoli’?

“Portare la mascherina. Limitare gli spostamenti. Rinunciare alla movida e alle festività natalizie. Queste misure precauzionali vengono viste alla stregua di attentati alla sfera inalienabile di ciascun singolo. E non piuttosto come vincoli ragionevoli all’esercizio di un diritto. O di una libertà. Per preservare il diritto altrettanto inalienabile alla salute e alla vita”.pandemiaNon esiste il diritto di ammalarsi e di far ammalare…

“La libertà non è uguale all’arbitro. Ma è un’intrinseca finalità morale. Che si completa sul piano della solidarietà umana. E si connota per i limiti entro cui le libertà vanno contenute. Per essere davvero tali. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica. La libertà non è un fatto esclusivamente individuale. Ma si realizza insieme agli altri. Richiedendo responsabilità e collaborazione”.

Mattarella
Foto © Quirinale

E’ davvero così?

“Gli avversari delle regole anti-Covid sono definiti ‘negazionisti’. In Italia restano ancora una minoranza. Sia pure amplificata dal web. In realtà, libertà non significa essere liberi di far ammalare gli altri. Intere generazioni di anziani sono state decimate. Insieme ai più fragili. La disponibilità limitata delle terapie intensive ha posto l’operatore sanitario di
fronte alle scelte ‘tragiche’. Molto conosciute nella ‘medicina delle catastrofi’. Per la quale la riflessione bioetica ha elaborato nel tempo concrete indicazioni. Per medici e infermieri”.E lo Stato?

“Le risposte degli Stati costituiscono il tentativo di conciliare. Il diritto alla salute e alla vita con le altre libertà. Da quella di circolazione e soggiorno fino alla sfera dei diritti economici e politici. Infatti, la pandemia globale sta comportando costi elevatissimi per le nostre società. Ed è necessario uno sforzo comune e un impegno convergente. Da parte delle istituzioni. Delle imprese. E di tutte le componenti sociali. Piuttosto lascia sorpresi un altro elemento”.pandemiaQuale?

“La mancanza di certezza delle norme scritte per l’emergenza. La volatilità delle stesse. Il cambiamento repentino delle prescrizioni. Che regolano la vita pubblica e privata delle persone. In diverse occasioni si tratta di un intreccio caotico di provvedimenti che disorientano l’opinione pubblica. E alimentano la crisi di fiducia dei cittadini nella legislazione”.Cioè?

“I problemi pratici delle libertà, per usare le parole di Carlo Arturo Jemolo, si intensificano dinanzi ai comportamenti delle istituzioni. Che, per provare a contrastare l’avanzata del virus, impongono il cambiamento di consolidati stili di vita. In tale contesto, si afferma la tendenza delle autorità politiche e sanitarie a divenire sempre più invadenti. Con la riduzione sempre crescente degli spazi di libertà. Le libertà appaiono come assopite in attesa di potersi risvegliare. Appena l’emergenza sanitaria svanirà”.Attraverso quali dinamiche?

“Lo spostamento verso la sorveglianza e il controllo diffuso passa attraverso una serie di provvedimenti. Che incidono sull’autonomia individuale. E rendono particolarmente complessa la ponderazione tra tutti gli interessi in gioco. Sono state oggetto di critiche, anche severe, alcune misure adottate”.Quali?

“Le misure che, per limitare il propagarsi dell’infezione, richiedono il sacrificio delle libertà costituzionali. L’obbligo di rimanere a casa ne ha ridotto il contenuto ai minimi termini. La chiusura delle attività produttive (dalla cultura allo sport) sta generando una catastrofe economica. L’emergenza ha comportato un affievolimento dei diritti e delle libertà quasi a farli scolorire. Come in una sorta di spirale involutiva che fa da contrappeso all’idea universalistica dei diritti. Intoccabili e sempre in continua espansione. Un’idea tipica del
costituzionalismo contemporaneo”.E invece?

“Con la pandemia questo percorso di crescita dei diritti si arresta bruscamente. Autorevoli voci di intellettuali si sono alzate da tutto il mondo. Preoccupate per la gestione dell’emergenza epidemiologica. Per il rischio di una svolta autoritaria degli ordinamenti liberal democratici. Una forma di oppressione sanitaria si starebbe imponendo. Con il progressivo svuotamento delle libertà fondamentali. Attraverso l’uso eccessivo di
provvedimenti del governo”.Poi?

“Con la debilitazione dei Parlamenti. Con gli organi legislativi sempre più marginalizzati. E una normazione dominata dall’emergenza. Da più parti si lamenta la tendenza generalizzata degli esecutivi ad utilizzare misure. Che consentono di operare, sia pure parzialmente, fuori dal controllo del massimo organo di rappresentanza politica. Eppure, la partecipazione del Parlamento alle decisioni politiche prese nei tempi di crisi trova la sua
ragion d’essere proprio in un fatto”.Ossia?

“Nel fatto che le Camere non possono essere estromesse dai processi deliberativi. Che, per il loro dirompente impatto politico, economico e sociale, esigono il coinvolgimento delle Assemblee elettive. Ciò, in quanto le situazioni emergenziali producono quale effetto inevitabile l’accentuazione dei poteri decisionali sull’Esecutivo. Le normative di prevenzione anti-Covid sono chiamate a misurarsi con precisi parametri”.Quali parametri sono chiamati in causa dalla pandemia?

“La proporzionalità rispetto al fine. La durata temporanea. La sindacabilità giurisdizionale. Così che, il diritto ‘eccezionale’ consente deroghe provvisorie. Ma non può trasformarsi in diritto ‘normale’. Bisogna provare ad accendere i riflettori non tanto sull’oggi. Quasi completamente immerso nella drammatica crisi sanitaria. Quanto sul domani”.EsorcistaPerché?

“Perché non si abbassi la guardia. Il rischio che si corre è la ‘normalizzazione’ futura per il lascito della vicenda emergenziale. E quando la tempesta pandemica sarà solo un brutto ricordo? La preoccupazione è che le scelte normative di adesso possano imprimere una trasformazione della società a venire. Non ha precedenti nella storia repubblicana anche la serie di provvedimenti di degradazione delle libertà personali. E delle libertà economiche”.Cosa è accaduto?

“Sono stati adottati nel nostro ordinamento provvedimenti restrittivi. Che
hanno toccato l’apice prima durante il lockdown nazionale. E poi nel corso della seconda ondata. Nel cosiddetto ‘semi-confinamento’. Ci sono il bisogno di essere liberati dalla paura di ammalarsi e la domanda di sicurezza. Nascono da una situazione di oggettivo pericolo per la salute pubblica. E richiedono risposte veloci e appropriate per gestire l’emergenza”.