Genitori contro il gender: importante vittoria

Il dilagare dell’ideologia gender nella scuola subisce una battuta d’arresto. A sancirla un episodio locale, ma altamente simbolico. È avvenuto presso il liceo “Amaldi” di Roma, dove nel mezzo della stagione estiva i genitori degli alunni sono riusciti ad ottenere il pieno riconoscimento del loro diritto di scegliere le attività extracurriculari a cui far partecipare i propri figli. L’epilogo è giunto al termine di un braccio di ferro tra dirigenza scolastica e genitori che affonda le radici nel marzo scorso, quando nell’istituto è stato proiettato un film sul tema delle unioni civili. E poi ancora, qualche settimana dopo, una classe dell’“Amaldi” è stata coinvolta in un questionario sui comportamenti sessuali assunti dagli alunni (alcuni dei quali minorenni) su internet. La compilazione del test è avvenuta in pieno anonimato, ma questa rassicurazione non è stata sufficiente a placare le ire dei genitori, tenuti all’oscuro di questa iniziativa.

La vittoria dei genitori

Ecco allora che è stata chiamata in causa l’associazione “Non si tocca la famiglia”, che ha guidato le famiglie degli studenti in una battaglia leale ma franca con la dirigenza scolastica per vedersi riconosciuto il primato dei genitori nell’educazione dei figli. Sugli scudi Giusy D’Amico, insegnante e presidente dell’associazione, che ad inizio giugno ha avuto un incontro con la preside dell’istituto teoricamente proficuo: come spiegato a In Terris, la D’Amico ha ottenuto la garanzia che entro breve sarebbe stata inviata una circolare ai genitori che certificava che da settembre tutti i progetti che riguardano i temi sensibili avrebbero richiesto il consenso informato delle famiglie. Dopo un’attesa che si è protratta rispetto alle aspettative, sul finire della scorsa settimana si è giunti alla tanto attesa conclusione: dall’inizio del prossimo anno scolastico, su tutte le attività extracurriculari i genitori dovranno dare un’autorizzazione preventiva per la partecipazione dei figli. Non ci sarà silenzio assenso: alla richiesta, i genitori dovranno rispondere con un “no” esplicito o con un “sì” esplicito. In caso di mancata comunicazione, sarà cura degli insegnanti contattare le famiglie, esporre loro il progetto in questione e ricevere l’adesione oppure l’esonero. Per gli alunni che non parteciperanno alle iniziative, la scuola metterà inoltre a disposizione gli spazi dell’aula studio e la biblioteca, gli stessi spazi riservati in genere a chi non si avvale dell’insegnamento della religione.

La battaglia non finisce

Esulta Giusy D’Amico: “Ha vinto il buon senso, ha vinto la democrazia, ha vinto la superiorità di vedute di un dirigente scolastico che ha davvero concretizzato la volontà di rappresentare una scuola  plurale e inclusiva”. L' associazione “Non si Tocca la Famiglia” – prosegue la D’Amico – “seguirà tutto l'iter con cui oggi la preside ha garantito ormai massima trasparenza e corresponsabilità tra genitori e scuola”. L’obiettivo è quello di rendere i genitori sempre più attivi nella partecipazione alla scelta dei corsi extracurriculari, su temi sensibili come la sessualità, da sottoporre ai loro figli. “Lavoreremo tutta l’estate per costruire proposte, scrivere e preparare strumenti di dialogo e collaborazione per le scuole”, promette la D’Amico. Del resto il lavoro in questo senso è già partito: Massimo Gandolfini, leader del Family Day con cui “Non si tocca la famiglia” collabora, ha incontrato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, per avere garanzie che la lotta alle discriminazioni non si traduca, nei fatti, in una promozione dell’ideologia gender. Giusy D’Amico chiede infine alle famiglie di fissare sul calendario la data del 29 settembre. Per quel giorno si vuole proporre a Roma “una giornata per genitori, educatori e docenti proprio su questi temi sensibili”. La vittoria ottenuta all’“Amaldi” vuole che sia solo il primo passo di un nuovo percorso, che famiglie e scuola percorrano insieme.