“Europa inerme dinanzi alla tragedia dei migranti morti in mare”

L'ennesima tragedia del mare avvenuta nelle scorse ore non può che metterci di fronte alle nostre responsabilità. La morte di centinaia di uomini donne e bambini è lo specchio dell’incapacità di gestire il fenomeno migratorio”: E' il j'accuse di Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia–Europa di Save the Children, commentando la notizia del naufragio, ieri, a largo delle coste libiche in cui hanno perso la vita 150 persone. Save the Children ritiene “assolutamente inaccettabile che l’Europa rimanga inerme di fronte alla tragedia che continua a consumarsi alle sue porte”. Secondo le ultime stime disponibili, nei primi 5 mesi dell’anno, evidenzia l’organizzazione, “1 persona su 14 tra quelle che hanno provato ad attraversare il Mediterraneo ha perso la vita e in questi casi i minori sono i più vulnerabili. Mentre la situazione della sicurezza in Libia peggiora giorno dopo giorno, i rifugiati e i migranti hanno poche opzioni: o rimangono intrappolati nel Paese o fuggono attraverso il Mediterraneo o il deserto nigerino. Tra loro sono tantissimi i minori, adolescenti e talvolta poco più che bambini, spesso in viaggio da soli”. “Salvare vite umane deve essere la preoccupazione principale degli Stati membri dell’Ue – ha aggiunto Milano -. È inoltre indispensabile che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che decine di migliaia di persone continuino a vedersi costrette ad affidarsi ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo, come questa ennesima tragedia ci ha purtroppo dimostrato”.

La petizione

Nel solo 2017, ricorda ancora Save the Children, oltre 15.730 minori sono giunti via mare in Italia. Ragazzi e bambini senza alcun familiare o adulto di riferimento al proprio fianco, che hanno dovuto affrotare viaggi spesso drammatici, soffrendo la fame e il freddo, violenze e abusi. Diversi di loro non sono mai arrivati in Italia, morendo tra le onde di quel mare, il Mediterraneo, che è diventato una tomba a cielo aperto. Per questi morti invisibili, In Terris, a nome del suo direttore, don Aldo Buonaiuto, ha lanciato una petizione per istituire la Giornata del Migrante Ignoto.  Purtroppo i migranti ignoti, scomparsi nel silenzio indifferente e complice delle “tombe d’acqua” o dei passeur di frontiera, costituiscono la grande maggioranza dei flussi migratori. Perciò diventa opportuno dedicare loro una giornata internazionale in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica e di educare le coscienze, soprattutto delle nuove generazioni, su un fenomeno doloroso e ineludibile del terzo millennio globalizzato.

Puoi firmare la petizione su CHANGE.ORG