Don Buonaiuto: “Fermiamo il genocidio degli innocenti”

A”Storie Italiane”, il programma di Rai 1 condotto da Eleonora Daniele, l'emergenza sociale delle moderne forme di schiavitù è stata documentata stamattina attraverso una serie di testimonianze e inchieste giornalistiche. A tre settimane dalla scomparsa, è stata affidata ai servizi sociali una minorenne rumena, Letizia, finita sotto il controllo di un connazionale che l'aveva convinta ad abbandonare la sua famiglia per seguirlo. Ioana, la mamma di Letizia, è intervenuta in collegamento alla trasmissione per descrivere l'emozione provata nel ricevere la tanto attesa telefonata della figlia, con la quale sabato potrà riabbracciarsi. Finora, infatti, non è stato possibile organizzare l'incontro per esigenze di sicurezza. “Sono procedure necessarie a proteggere una minore- osserva don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII-. E' giusto che venga applicata la massima prudenza quando, come in questo caso, si tratta di una ragazza che rischiava di finire nelle mani di persone senza scrupolo e di sparire del tutto. Da tanti anni combatto criminali simili che fanno ricorso a qualunque mezzo pur di assoggettare una ragazza alla loro volontà di sfruttamento e di asservimento e, per conseguire il loro turpe risultato, non esitano anche a strumentalizzare, in modo diretto o indiretto, i familiari della potenziale vittima di tratta a scopo di prostituzione coatta. Perciò è fondamentale che venga attuata una forma di protezione totale, riducendo al minimo i contatti esterni e le possibilità di infilitrazioni. La ragazza va posta in una condizione di sicurezza e nessuna cautela è eccessiva in casi del genere”.  

Colpire la domanda 

Attraverso un approfondito lavoro di scavo giornalistico, l'inchiesta di “Storie Italiane” ha poi scandagliato l'oscuro e sconcertante mondo della prostituzione minorile a Napoli, che si svolge impunemente, a ridosso del Centro direzionale e vicino a un campo rom, in pieno giorno. “In Italia il 37% della persone che si prostituiscono sono minorenni– afferma don Buonaiuto, autore del saggio Donne Crocifisse sulla vergogna della tratta a scopo di mercimonio coatto-. E' un vergognoso fenomeno di dimensioni colossali, alimentato da un numero sconvolgente di uomini che si sentono in diritto di comprare il corpo e le relazioni più intime di minori. Finché non si colpirà la domanda, non sarà possibile debellare questa piaga schifosa. Bisogna fermare i criminali, i cosidetti clienti che deturpano l'innocenza e la purezza di creature innocenti e indifese. Trent'anni fa don Oreste Benzi veniva deriso quando parlava di schiavitù nelle strade italiane. Adesso è sotto gli occhi di tutti che questo crimine contro l'umanità dilaga fino a divenire un genocidio dell'innocenza, i cui fili sono controllati dalle più spietate organizzazioni mafiose”. E, aggiunge il sacerdote anti-tratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, “non si può ridurre questa tremenda emergenza nazionale ad una questione di ordine pubblico”, perché “deve imporsi un'urgenza di civiltà e dobbiamo scendere tutti in piazza per dare voce a chi non ce l'ha e per gridare che questi bambini abusati sono figli nostri”. Infatti “quando è violata l'infanzia, occorre mettere fine allo scempio e tutti i minori vanno difesi e tutelati allo stesso modo, indipendentemente dall'etnia a cui appartengono”. Quindi, avverte don Buonaiuto, “deve essere tutta la cittadinanza a rippropriarsi delle strade divenute il torbido scenario del più abietto dei commerci di carne umana”. Quindi “i cittadini devono vincere la paura e trovare il coraggio per ribellarsi e le istituzioni sono tenute ad essere al loro fianco. Poi si può discutere di strategie di ordine pubblico, prima serve una mobilitazione civile delle coscienze“. Rosario Trefilettei presidente del Centro Consumatori Italia, ha condiviso l'appello di don Buonaiuto, ha messo in guardia dalla tentatazione di “fornire giustificazioni legali o sanitarie a un abominio come la pedofilia” e ha chiesto di “pubblicare i nomi di chi si macchia di questi reati atroci”.

L'eredità di mamma Jolanda

La trasmissione ha anche raccontato il lutto che ha colpito il cantante Al Bano. La morte della madre Jolanda è stata l'occasione per ripercorrere il fondamentale ruolo avuto nella vita del celebre figlio. “Un funerale è un momento sacro al di là delle convinzioni religiose- osserva don Buonaiuto-. Bisogna sempre avere il massimo rispetto per il dolore delle persone quando sono provate nei loro affetti più cari, quindi anche mass media hanno l'obbligo etico di non fare gossip almeno sui funerali. Abbiamo assistito qui a una luminosa testimonianza di affetto di una nipote per sua nonna (il video postato sui social dalla figlia di Al Bano per omaggiare la centralità di Jolanda Carrisi nella vita familiare, ndr) e questo è importante e costituisce un esempio positivo. I giovani devono aver cura dei loro nonni finché hanno il dono di averli con sè. Al Bano si è innamorato del canto ascoltando sua madre cantare. E' una cosa che un tempo si faceva e che sarebbe bello che le mamme tornassero a fare. Non importa che siano o no intonate, è un segno di dolcezza che rimarrà impresso nei figli per tutta la vita”.