Come prevenire il terrorismo jihadista in carcere

Il 16 novembre si svolgerà al teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento il convegno internazionale dal titolo “Prevention, repression and rehabilitaion: a judicial perspective” sulle modalità di contrasto dei fenomeni di terrorismo internazionale. In quest'occasione verrà presentato il progetto diretto a migliorare e rendere più efficaci le funzioni operative della Polizia Penitenziaria con l'adozione di strumenti di monitoraggio e prevenzione all'interno delle carceri.

Il contrasto

Un'iniziativa promossa dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Triveneto in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che mira ad impedire il proliferare dell'estremismo religioso e i contatti tra criminalità e gruppi d'ispirazione jihadista. Il sostegno del progetto è reso possibile dai finanziamenti concessi dalla Commissione Europea.

I foreign fighters

Un programma sperimentale che viene reso particolarmente urgente dall'attualità del fenomeno dei foreign fighters, i combattenti stranieri che dall'Europa partono a combattere in Siria nelle fila dei miliziani contro i soldati dell'esercito di Assad. Il ritorno nei loro Paesi di questi personaggi rischia di alimentare le organizzazioni terroristiche presenti ed operanti in Occidente. Un pericolo che il progetto presentato punta a contrastare la diffusione del radicalismo proprio nelle carceri italiane attraverso la prevenzione. Dietro le sbarre, infatti, i gruppi terroristici sono soliti reclutare nuovi adepti, specialmente tra i membri della criminalità comune. In che modo si punta a prevenire questo contagio? Con la fornitura di nuovi strumenti d’intercettazione ed ammodernamento delle modalità di controllo sulla popolazione carceraria. Mezzi più efficaci, quindi, nelle mani della Polizia Penitenziaria. Il nome del progetto è  “Experimental Lab Of Penitentiary Forensics” (ELPeF)” e sebbene abbia come centro il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto, potrebbe poi essere “esportato” anche a tutto il resto del Paese con la collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. L'evento del 16 novembre sarà dunque l'occasione in cui quest'iniziativa sarà presentata al pubblico e durante cui ne verranno esposti i possibili benefici.