Cenone con i poveri: in 700 al Play Hall di Riccione

E' tutto pronto per “L'ultimo con gli ultimi“, la speciale festa dell'ultimo dell'anno organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII presso il Play Hall di Riccione, con il patrocinio del Comune. Al cenone dei poveri, lo scorso anno hanno partecipato 700 persone. “Quest'anno speriamo che siano di più – ha dichiarato Giovanni Paolo Ramonda, presidente dell'Apg23 -. Molti giovani sono venuti a conoscenza della festa con il passaparola e poi si sono impegnati per aiutare: da chi serviva a tavola, a chi ha preparato la sala, il mangiare o l'apparecchio”. In una nota, i membri della comunità fondata da don Oreste Benzi – di cui è in corso la causa di beatificazione – hanno spiegato che questa festa è stata pensata per chi non sa con chi festeggiare, perché è solo o perché non ha la possibilità di farlo. Alla festa al Play Hall di Riccione saranno rappresentate molte strutture di accoglienza della comunità: la Capanna di Betlemme – casa che accoglie i senza fissa dimora -, le comunità terapeutiche, le case famiglia, le strutture di accoglienza per adulti, carcerati o donne vittime di tratta. 

Il cenone per gli homless a Chieti

Iniziativa analoga anche a Chieti, dove i volontari della Capanna di Betlemme si recheranno alla Stazione di Pescara per invitare i senza fissa dimora a festeggiare insieme l'arrivo del nuovo anno. Da lì, si trasferiranno tutti insieme nella chiesa di sana Maria di Civitella a Chieti per la Santa Messa – l'appuntamento è per le 19.45 – per poi proseguire i festeggiamenti nell'ex convento delle suore Orsoline. “Festeggeremo con persone e famiglie del territorio che non possono permettersi una cena fuori ed una festa; ci saranno due piste da ballo con musica da discoteca e con cover di cantautori. Una sala per giochi da tavolo permetterà di socializzare a chi non ama ballare – ha spiegato Luca Fortunato che vive nella Capanna di Betlemme insieme ai suoi 60 accolti -. Festeggeremo insieme: l'indifferenza verso chi è povero e solo uccide la dignità della persona, mentre l'amicizia e la condivisione restituiscono loro la vita”.