Casini: “La funzione dei consultori sia evitare l'aborto”

“Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno avesse il coraggio di cominciare”. Ha aperto così il 38esimo Convegno nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav), che si è tenuto a Lecce dal 9 all’11 novembre, Marina Casini, giurista e presidente nazionale del Movimento per la vita italiano (Mpv). Quello del Mpv è un “popolo che vuole fare la differenza”, ha affermato la prof.ssa Casini, con “gli oltre 200mila bambini aiutati a nascere dai nostri Cav” in poco più di 40 anni, offrendo gratuitamente un servizio “di eccezionale importanza”: quello “di non avere lasciato spegnere lo sguardo sul concepito”.

Casini: “La voce delle madri superi il clamore del femminismo arrogante”

Siamo “assediati da una potente cultura abortista. È necessario capire perché è considerato inaccettabile il tentativo di salvare una vita nascente insieme alla madre”. Davanti a fatti recenti come “le irritate reazioni e scomposte indignazioni al discorso del Papa del 10 ottobre” (“abortire è come affittare un sicario”) e le reazioni “alla decisione del consiglio comunale di Verona” (“torna al medioevo”, solo per impegnare la giunta a sostenere iniziative di prevenzione), ci si chiede perché la cultura della morte ritiene “inaccettabile lo sguardo sul figlio concepito”. È “la corruzione del concetto di libertà intesa come autodeterminazione”. È venuto il tempo secondo Marina Casini “di riflettere a fondo sulla maternità” che è “privilegio e ricchezza femminile legati alla gravidanza”. “La più grande difesa della vita nascente è proprio la madre – ha aggiunto la giurista – senza la sua collaborazione la difesa concreta della vita nascente è impossibile”. “È arrivato il momento che la voce delle madri superi il clamore di un femminismo arrogante che dimentica il valore della donna” ribadisce con forza.

“Legge 194 integralmente iniqua”

Se vogliamo riportare nella società e nella politica la cultura della vita, ovvero del riconoscimento della dignità umana del concepito e del valore della maternità, occorre anche ricostruire un ordinamento giuridico e un’intera società che accoglie. Per questo commentando la legge sull’aborto che ha compiuto da poco 40 anni ha affermato decisamente: “la 194 è integralmente iniqua perché oltre a offendere la vita offende la libertà”. Rivolgendosi a chi da tempo immemorabile chiede di applicare la “parte buona” della legge sull’aborto, la prof.ssa Casini si è mostrata piuttosto scettica, “perché anche quelle norme che potrebbero essere positive sono molto equivoche”. Di fronte a questa legge il “modello dei Cav dovrebbe influenzare la funzione e la metodologia dei consultori familiari” attraverso una proposta di legge che definisca la proposta consultoriale “come esclusivamente diretta ad evitare l’aborto aiutando la donna a superare le difficoltà che rendono indesiderata la sua gravidanza”.