Attivisti “pro-vita” a processo

Èiniziato ieri, 15 febbraio, il processo che vede imputato padre Stephen Imbarrato e altri due attivisti pro-vita, Julia Haag e Joan McKee, colpevoli di essere entrati nel dicembre scorso in una clinica di Washington dove si praticano aborti per dissuadere le donne in attesa dell'operazione regalando loro delle rose rosse.

Il sacerdote cattolico si è dichiarato “non colpevole”. L'udienza preliminare è prevista per il 23 maggio e il processo effettivo il 25 giugno. “Red Rescue” (Soccorso Rosso) è il nome dell'organizzazione “pro-vita” che da decenni compie incursioni nelle cliniche degli aborti. LifeSiteNews rileva che gli attivisti hanno salvato così molti bambini dalla soppressione nel grembo materno.

Nel 1994, tuttavia, l'allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton firmò una legge che rende reato impedire alle donne di accedere all'aborto. Nonostante ciò, le azioni degli attivisti del “Red Rescue” proseguono: sono state registrate in Virginia, Michigan e New Mexico nel settembre 2017 e Washington, DC, Virginia e Michigan, il 2 dicembre 2017. Ieri è iniziato il processo anche nei confronti dei quattro attivisti che hanno compiuto l'azione nel nel Michigan il 15 settembre scorso. Tra gli imputati anche Monica Migliorino Miller, direttrice dell'organizzazione Citizens for a Pro-Life Society. Scrittrice, ha conseguito un dottorato di ricerca alla Marquette University ed è professore associato presso la Madonna University.